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lunedì 21 aprile 2014

The End






Una delle più grandi manifestazioni di libertà è la possibilità di scelta.
Ho la fortuna di poter scegliere, quindi, in un certo senso, ho la fortuna di poter essere libero.
Almeno nel mio lavoro, senza disturbare implicazioni di tipo filosofico (chi è veramente libero? Cosa vuol dire libertà? E via discorrendo…), posso esercitare consapevolmente, responsabilmente, inequivocabilmente la mia possibilità di scelta, la mia libertà.
E scelgo.
Scelgo di mettere tutto da un lato e di ricominciare daccapo. Ancora una volta.
Scelgo di tuffarmi in StileLibero e provare a farlo crescere. Ancora di più.
Scelgo di impegnare tutte le mie energie in qualcosa in cui credo, senza farmi più condizionare da ciò che mi circonda.
Ho fatto un primo passo una ventina di giorni fa, oggi ne faccio un altro. Passi diversi per importanza e difficoltà nel compierli, passi che però tendono entrambi nella stessa direzione. Nella mia direzione, passi che mi permettono di assaporare quella assuefacente sensazione di vita, che mi regalano la capacità di poter progettare, di poter costruire, di poter sognare, senza sbarre che, per quanto possano essere dorate, sempre sbarre rimangono.
Vado avanti, non importa se il sentiero non è segnato, se alcune piccole sicurezze vengono spazzate via come insignificanti segni cancellati dalla pioggia; mi piace la pioggia. Per dove voglio andare non esistono strade:  “Seconda stella a destra, questo è il cammino, e poi dritti fino al mattino…” esiste l’istinto, esiste l’esperienza, esiste la preparazione, esiste il mio modo di essere che, a questo punto, non è più barattabile con nulla.
Adesso posso finalmente respirare a pieni polmoni. Ed è meraviglioso.
Mi volto un istante indietro, osservo. Le immagini si rincorrono, in una caleidoscopica spirale di suoni e colori, la mia vita scorre come una barchetta di carta trascinata da un fiume in piena. Era il 1998 quando, quasi timoroso, mi avvicinai a quella disciplina che avrebbe cambiato, nel giro di un paio d’anni, il modo di intendere il fitness, in tutto il mondo. Anche il mio.
La chiamavano Spinning, si praticava su speciali bici stazionarie, dove si pedalava a ritmo di musica. Questo tipo di allenamento, inventato da un certo Jonathan Goldberg (Johnny G), ciclista che si cimentava in prove estreme, personaggio avvolto da un affascinante alone, quasi mistico, prevedeva un tipo di coinvolgimento sia fisico che mentale, utilizzando tecniche di training psicologico (visualizzazione, focus…) decisamente innovative per l’epoca che mi conquistarono subito.
La mia storia con lo Spinning è dunque iniziata sedici anni fa. L’ho imparato, l’ho fatto mio, l’ho plasmato, l’ho subìto, l’ho modificato, l’ho vissuto in una maniera talmente intensa da sentirmelo scorrere nelle vene. In questi anni, con un veloce calcolo approssimato per difetto, credo di aver tenuto circa quattromila lezioni. Quattromila. Mi ha dato tanto, devo ammetterlo, più di ogni altra disciplina “sportiva”. Sudore, fatica, urla, gioia, lacrime, emozioni, brividi. Gli ho dato tanto, tutto me stesso, ogni volta. Credo che nessuno, in queste migliaia di lezioni, possa dire che non ho messo una parte di me in ogni colpo di pedale. Credo che il mio modo di insegnare Spinning abbia lasciato un segno, anche se piccolo, in tutti coloro con i quali ho avuto l’onore di pedalare; mi piace pensare di aver lasciato un’emozione, un ricordo, una goccia di vita.
Oggi finisce la mia storia con lo Spinning. Tutte le favole, anche quelle più belle devono avere una fine, prima o poi. Oggi è quel giorno, inutile prolungare, il piccolo infortunio mi costringe a fare poco anche questa settimana, quindi inevitabile anticipare la decisione. Oggi è quel giorno.
Non ho più nulla da dare a questa attività. Si è presa tutto ed è stato giusto così, senza risparmiarsi, è stato bellissimo, è stata una cavalcata formidabile, ma adesso basta, si volta pagina, senza rimpianti, felici per ciò che si è fatto e per ciò che si può fare, ancora.
Un grazie di cuore a chi, in questi anni, ha vissuto con me queste emozioni.
Ci sono altre strade da percorrere, altre attività alle quali donare un po’ di me, tanti progetti nei quali, forse, troverà posto anche qualche bici da Spinning, ma non farò più lezioni come ho sempre fatto, è anacronistico è lontano da quello che è ora il mio vedere l’allenamento, sia per la prestazione che per il benessere, è ormai fuori da ogni logica di Stile Libero che, da oggi, diventa sempre più “Allenamento Individualizzato”. Rimarrà dentro di me, quello che mi ha insegnato, trasmesso, è pilastro del mio lavoro, ma anche della mia persona.
Qualcuno storcerà il naso, qualcuno sarà contento, qualcuno non capirà, qualcuno sorriderà e sarà felice con me.
Il pentolone di Stile Libero sta per bollire… se volete fermarvi per cena, non rimarrete delusi. Il menù perde, forse, un piatto del giorno, ma si arricchisce di tante pietanze prelibate…
Stay Tuned
Fede
https://www.youtube.com/watch?v=5KLKzah9D_A

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