Una delle più grandi manifestazioni di libertà è la
possibilità di scelta.
Ho la fortuna di poter scegliere, quindi, in un certo senso,
ho la fortuna di poter essere libero.
Almeno nel mio lavoro, senza disturbare implicazioni di tipo
filosofico (chi è veramente libero? Cosa vuol dire libertà? E via
discorrendo…), posso esercitare consapevolmente, responsabilmente,
inequivocabilmente la mia possibilità di scelta, la mia libertà.
E scelgo.
Scelgo di mettere tutto da un lato e di ricominciare
daccapo. Ancora una volta.
Scelgo di tuffarmi in StileLibero e provare a farlo
crescere. Ancora di più.
Scelgo di impegnare tutte le mie energie in qualcosa in cui
credo, senza farmi più condizionare da ciò che mi circonda.
Ho fatto un primo passo una ventina di giorni fa, oggi ne
faccio un altro. Passi diversi per importanza e difficoltà nel compierli, passi
che però tendono entrambi nella stessa direzione. Nella mia direzione, passi
che mi permettono di assaporare quella assuefacente sensazione di vita, che mi
regalano la capacità di poter progettare, di poter costruire, di poter sognare,
senza sbarre che, per quanto possano essere dorate, sempre sbarre rimangono.
Vado avanti, non importa se il sentiero non è segnato, se
alcune piccole sicurezze vengono spazzate via come insignificanti segni
cancellati dalla pioggia; mi piace la pioggia. Per dove voglio andare non
esistono strade: “Seconda stella a destra,
questo è il cammino, e poi dritti fino al mattino…” esiste l’istinto, esiste
l’esperienza, esiste la preparazione, esiste il mio modo di essere che, a
questo punto, non è più barattabile con nulla.
Adesso posso finalmente respirare a pieni polmoni. Ed è
meraviglioso.
Mi volto un istante indietro, osservo. Le immagini si
rincorrono, in una caleidoscopica spirale di suoni e colori, la mia vita scorre
come una barchetta di carta trascinata da un fiume in piena. Era il 1998
quando, quasi timoroso, mi avvicinai a quella disciplina che avrebbe cambiato,
nel giro di un paio d’anni, il modo di intendere il fitness, in tutto il mondo.
Anche il mio.
La chiamavano Spinning, si praticava su speciali bici
stazionarie, dove si pedalava a ritmo di musica. Questo tipo di allenamento,
inventato da un certo Jonathan Goldberg (Johnny G), ciclista che si cimentava
in prove estreme, personaggio avvolto da un affascinante alone, quasi mistico,
prevedeva un tipo di coinvolgimento sia fisico che mentale, utilizzando
tecniche di training psicologico (visualizzazione, focus…) decisamente
innovative per l’epoca che mi conquistarono subito.
La mia storia con lo Spinning è dunque iniziata sedici anni
fa. L’ho imparato, l’ho fatto mio, l’ho plasmato, l’ho subìto, l’ho modificato,
l’ho vissuto in una maniera talmente intensa da sentirmelo scorrere nelle vene.
In questi anni, con un veloce calcolo approssimato per difetto, credo di aver
tenuto circa quattromila lezioni. Quattromila. Mi ha dato tanto, devo
ammetterlo, più di ogni altra disciplina “sportiva”. Sudore, fatica, urla,
gioia, lacrime, emozioni, brividi. Gli ho dato tanto, tutto me stesso, ogni
volta. Credo che nessuno, in queste migliaia di lezioni, possa dire che non ho
messo una parte di me in ogni colpo di pedale. Credo che il mio modo di
insegnare Spinning abbia lasciato un segno, anche se piccolo, in tutti coloro
con i quali ho avuto l’onore di pedalare; mi piace pensare di aver lasciato
un’emozione, un ricordo, una goccia di vita.
Oggi finisce la mia storia con lo Spinning. Tutte le favole,
anche quelle più belle devono avere una fine, prima o poi. Oggi è quel giorno,
inutile prolungare, il piccolo infortunio mi costringe a fare poco anche questa
settimana, quindi inevitabile anticipare la decisione. Oggi è quel giorno.
Non ho più nulla da dare a questa attività. Si è presa tutto
ed è stato giusto così, senza risparmiarsi, è stato bellissimo, è stata una
cavalcata formidabile, ma adesso basta, si volta pagina, senza rimpianti,
felici per ciò che si è fatto e per ciò che si può fare, ancora.
Un grazie di cuore a chi, in questi anni, ha vissuto con me
queste emozioni.
Ci sono altre strade da percorrere, altre attività alle
quali donare un po’ di me, tanti progetti nei quali, forse, troverà posto anche
qualche bici da Spinning, ma non farò più lezioni come ho sempre fatto, è
anacronistico è lontano da quello che è ora il mio vedere l’allenamento, sia
per la prestazione che per il benessere, è ormai fuori da ogni logica di Stile
Libero che, da oggi, diventa sempre più “Allenamento Individualizzato”. Rimarrà
dentro di me, quello che mi ha insegnato, trasmesso, è pilastro del mio lavoro,
ma anche della mia persona.
Qualcuno storcerà il naso, qualcuno sarà contento, qualcuno
non capirà, qualcuno sorriderà e sarà felice con me.
Il pentolone di Stile Libero sta per bollire… se volete
fermarvi per cena, non rimarrete delusi. Il menù perde, forse, un piatto del
giorno, ma si arricchisce di tante pietanze prelibate…
Stay Tuned
Fede
https://www.youtube.com/watch?v=5KLKzah9D_A
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