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giovedì 22 gennaio 2015

Allenamento Funzionale



Ho visto che la metodologia dell'allenamento ha sempre un ritorno interessante ... video e commenti imperversano un po' ovunque e, quindi, siccome a volte si viene tirati in mezzo quando si prova a fare qualcosa di interessante, di innovativo, di particolare, volevo dire la mia. Per chi ha, ovviamente, voglia di leggere:
Quando si parla di allenamento funzionale il discorso diventa inevitabilmente ampio, mai completo, interessante e ricco di spunti; se ne sente di tutti i colori, ognuno dice la propria, basta leggere un paio di riviste per poter sentenziare a destra e manca senza, magari, avere le basi e/o l’esperienza necessaria per poterlo fare.
Partiamo da un assunto neurofisiologico:
“Il cervello riconosce solo i movimenti e non il singolo muscolo”
Già questa frase basta da sola a delineare la difficoltà di definizione ed inquadramento metodologico di quella branca dell’allenamento che, sotto l’aggettivo “funzionale”, racchiude una miriade di sfaccettature diverse, tutte ugualmente importanti, tutte interdipendenti l’una dall’altra.
Quando parliamo di allenamento funzionale la prima domanda da porsi, ed è anche la più semplice, è: “funzionale a cosa?”. Eh già, proprio così, il significato rischia di essere perso in una ventata di tendenze più o meno modaiole che, se non danno una specifica, restano in un limbo fatto di esercizi proposti in sequenze più o meno ordinate, ma che di funzionale (nel senso di abilitante ad una o più funzioni), non hanno nulla. Quindi il primo passo per inquadrare il nostro allenamento è quello di definirlo attraverso un obiettivo, es: funzionale alla corsa, funzionale alla mountain bike, funzionale alla quotidianità … ecc … ; fatto ciò possiamo cominciare a parlare.

Come dicevamo il nostro fisico non è fatto per selezionare ed isolare i movimenti: la completezza del gesto, composto da sequenze omogenee di movimenti è da centinaia di migliaia di anni, una causa (ed in qualche maniera anche una conseguenza) dell’evoluzione umana. Nella società moderna il troppo benessere e gli eccessivi ausili nelle attività di spostamento anche minimali, creano soggetti spenti e privi di quelle energie primordiali che in passato favorivano l’integrazione con il mondo circostante, ma non solo, privi anche di quella “qualità percettiva”, di quella sensibilità propriocettiva che rende ottimale il Movimento, inteso come suprema arte di coinvolgimento NeuroPsicoEndocrinoOsteoMuscolare.
L’organismo umano è costretto ad impegnare ogni muscolo per rispondere in contemporanea agli stimoli molto variegati che riceve, sia durante l’attività sportiva, qualunque essa sia, sia durante la quotidianità: questo è il motivo determinante perché ogni atleta e, per estensione, ogni individuo, debba essere allenato come una unica grande entità e non per “blocchi” e/o schemi predefiniti.
Non voglio infilarmi in un discorso troppo complesso e articolato, mi soffermo solo un attimo sul diagramma di Venn, che evidenzia quali siano i quattro pilastri su cui basare l’allenamento funzionale:
- Core
- Equilibrio dinamico
- Catene cinetiche
- Gravità

Una serie di movimenti integrati che svolti su più piani di movimento coinvolgano accelerazioni e decelerazioni, stabilità e instabilità, catene cinetiche e confronto con la forza di gravità, con l’obiettivo peculiare di migliorare l’efficienza neuromuscolare di chi li pratica, rivolti precipuamente ad uno o più obiettivi finali, definiscono in maniera, direi piuttosto chiara, ciò che si dovrebbe intendere per allenamento funzionale.
Il resto è nelle mani, nella mente e nella fantasia dell’allenatore. ;-)
Fede

sabato 3 gennaio 2015

Il Capodanno più figo l'abbiamo fatto Noi!!!!!



















Proprio così ... il Capodanno più figo l'abbiamo fatto Noi.
Camminata in notturna, in gruppo, in branco, a sfidare l'aria pungente che inebriava la mente e rendeva il passo aggressivo, uniti dalla stessa passione, dallo stesso divertimento, dalla stessa voglia di stare insieme.
Un rilassamento profondo immersi in una nuvola di vapore che, abbracciandoci, ha permesso al corpo di purificarsi da un anno di vita e allo spirito di rinfrancarsi per affrontarne altri.
Una cena (ma non cenone, absolutely) vissuta con una leggerezza e una semplicità travolgenti, da non accorgersi dell'arrivo della mezzanotte, da non festeggiare ritualisticamente, ma da lasciarsi andare all'essere se stessi, con il sorriso sulle labbra, senza eccessi, ma quel giusto, quel "Slow Life", che rende indimenticabile ogni momento.
Circondato da coloro che amo, da veri amici, da unici compagni di vita.
Fede con: Marina, Paride, Alberto, Antonella, Francesca, Paolo, Cristina, Tiziana e Marco Sensei ...
Un abbraccio ad Aska e Daky, compagne d'avventura.

StileLibero-Run&Motion-ShooMon Style
Giusto per non sbagliarsi, finito l'anno in maniera perfetta, era d'obbligo iniziarlo altrettanto bene. Quindi un bel giro anche oggi, perchè in fondo si festeggia un po' come si vive...