E’ una specie di trance. Non ho ancora capito bene come
funziona.
Ma succede sempre.
Le voci si susseguono, dapprima impalpabili, poi sinuosi
bisbigli entrano a forza nella mia mente… “chi sei, chi sei, chi sei”.
Nonostante la mia volontà lotti per avere il sopravvento non riesco a dominare
il panico che mi attanaglia.
Ma succede sempre.
Le domande arrivano tutte insieme, incomprensibili; ma
pressano, chiedono risposte, non riesco a muovermi, scapperei. Ma non posso.
Non voglio?
“Perché corri?” La voce arriva diretta nella testa? “PERCHE
CORRI?” l’urlo inaspettato mi sveglia dal torpore letargico nel quale stavo
lentamente scivolando.
“Perché c’è qualcuno che crede in me”. Rispondo
mangiandomi quasi le parole.
“Ah! Tu corri perché qualcuno crede in te?”
“Faccio del mio meglio. Anche quando corro. Faccio del
mio meglio”.
“Tu credi?” Le domande incalzanti sono quasi dolorose, un
dolore che non riesco a definire, impalpabile, nascosto, ma puntualmente
presente nella mia testa.
“Credo in qualcuno. E credo in qualcosa”. Provo ad aprire
gli occhi. O forse sono già aperti, sta di fatto che la sostanza non cambia.
Sempre buio,buio, buio, e bisbigli, bisbigli, bisbigli… “chi sei, chi sei, chi
sei…”.
“In Dio”?
“No”.
“E quando corri vinci”?
“Raramente. Faccio del mio meglio. Credo che spesso
vincere non sia la cosa più importante, credo che si possa essere vincitori
comunque”. Mi sento stremato, sento le forze abbandonarmi, sento la volontà
vacillare.
“Interessante visione. E come”?
“Non lo so. Lasciami stare”. “E COME??” Ora fa male… l’urlo
di dolore mi si paralizza in gola, un tremito violento sconvolge il mio corpo
esausto. Bisbigli, bisbigli…
“A volte un vincitore è un sognatore che non ha mai
mollato”. Appena un sussurro.
… “Sei felice”?
“Si”.
Una luce violenta, ma piacevole mi accoglie in un
abbraccio rinfrancante, tutto intorno è un arcobaleno di colori, il vecchio con
il bastone mi sorride, il bimbo con gli occhi grandi gioca spensierato, i
bisbigli cessano improvvisamente, mentre occhi neri di notte mi fissano da ogni
dove. Sembrano felici. Mi sento bene. Ora…
La gara è quasi pronta a partire, Vertical Verezzi, il
momento di smarrimento su come sono arrivato qui cessa nell’attimo stesso in
cui sento le voci di tanti amici chiamarmi e salutarmi. Sono qui per fare del
mio meglio. Come sempre.
Gara corta, nervosa, tutta salita, non molti
partecipanti, ma di primissima qualità. Ci sono un sacco di campioni. La mia
colonna sonora è ancora questa “http://www.youtube.com/watch?v=3gFicKnfCpI “ mi
ha accompagnato ad un sacco di gare, sempre lei, sempre.
Il colpo di pistola segna la fine delle mie elucubrazioni
mentali, parto, deciso, forte, sicuro. Sono qui per fare del mio meglio. Non
faccio altro che ripeterlo per tutta la durata della gara, che corro da
protagonista, raggiungendo una terza posizione fantastica, con un tempo
strepitoso. Facendo del mio meglio.
Adesso che ho trovato qualcosa. Non voglio perderlo.
E sono felice.
Federico Saccani