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domenica 26 maggio 2013

Verticale...





E’ una specie di trance. Non ho ancora capito bene come funziona.
Ma succede sempre.
Le voci si susseguono, dapprima impalpabili, poi sinuosi bisbigli entrano a forza nella mia mente… “chi sei, chi sei, chi sei”. Nonostante la mia volontà lotti per avere il sopravvento non riesco a dominare il panico che mi attanaglia.
Ma succede sempre.
Le domande arrivano tutte insieme, incomprensibili; ma pressano, chiedono risposte, non riesco a muovermi, scapperei. Ma non posso. Non voglio?
“Perché corri?” La voce arriva diretta nella testa? “PERCHE CORRI?” l’urlo inaspettato mi sveglia dal torpore letargico nel quale stavo lentamente scivolando.
“Perché c’è qualcuno che crede in me”. Rispondo mangiandomi quasi le parole.
“Ah! Tu corri perché qualcuno crede in te?”
“Faccio del mio meglio. Anche quando corro. Faccio del mio meglio”.
“Tu credi?” Le domande incalzanti sono quasi dolorose, un dolore che non riesco a definire, impalpabile, nascosto, ma puntualmente presente nella mia testa.
“Credo in qualcuno. E credo in qualcosa”. Provo ad aprire gli occhi. O forse sono già aperti, sta di fatto che la sostanza non cambia. Sempre buio,buio, buio, e bisbigli, bisbigli, bisbigli… “chi sei, chi sei, chi sei…”.
“In Dio”?
“No”.
“E quando corri vinci”?
“Raramente. Faccio del mio meglio. Credo che spesso vincere non sia la cosa più importante, credo che si possa essere vincitori comunque”. Mi sento stremato, sento le forze abbandonarmi, sento la volontà vacillare.
“Interessante visione. E come”?
“Non lo so. Lasciami stare”. “E COME??” Ora fa male… l’urlo di dolore mi si paralizza in gola, un tremito violento sconvolge il mio corpo esausto. Bisbigli, bisbigli…
“A volte un vincitore è un sognatore che non ha mai mollato”. Appena un sussurro.
… “Sei felice”?
“Si”.
Una luce violenta, ma piacevole mi accoglie in un abbraccio rinfrancante, tutto intorno è un arcobaleno di colori, il vecchio con il bastone mi sorride, il bimbo con gli occhi grandi gioca spensierato, i bisbigli cessano improvvisamente, mentre occhi neri di notte mi fissano da ogni dove. Sembrano felici. Mi sento bene. Ora…
La gara è quasi pronta a partire, Vertical Verezzi, il momento di smarrimento su come sono arrivato qui cessa nell’attimo stesso in cui sento le voci di tanti amici chiamarmi e salutarmi. Sono qui per fare del mio meglio. Come sempre.
Gara corta, nervosa, tutta salita, non molti partecipanti, ma di primissima qualità. Ci sono un sacco di campioni. La mia colonna sonora è ancora questa “http://www.youtube.com/watch?v=3gFicKnfCpI “ mi ha accompagnato ad un sacco di gare, sempre lei, sempre.
Il colpo di pistola segna la fine delle mie elucubrazioni mentali, parto, deciso, forte, sicuro. Sono qui per fare del mio meglio. Non faccio altro che ripeterlo per tutta la durata della gara, che corro da protagonista, raggiungendo una terza posizione fantastica, con un tempo strepitoso. Facendo del mio meglio.
Adesso che ho trovato qualcosa. Non voglio perderlo.
E sono felice.
Federico Saccani

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