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domenica 25 agosto 2013

Marina Classic Loano





Da dove partiamo? Beh, partiamo dal principio, dal primo, da Sua Maestà Mr. Valerio Brignone, dal ritmo indiavolato proposto per la gara "Marina Classic" di Loano, ritmo che sono riuscito a tenere, con una partenza folle, per circa metà percorso, per poi venire lentamente risucchiato dalla fatica (8° alla fine) di una velocità (appena sopra i 3'/km) che non sono ancora preparato a tenere a lungo (forse non lo sarò mai...), ma che volevo testare in una competizione, mettendomi alla prova; come sempre.
Il percorso, estremamente caratteristico, permetteva accelerazioni potenti, lunghi rettilinei dove scatenarsi, decelerazioni improvvise, quasi a fermarsi su curve a gomito (inversioni di senso di marcia), rese insidiosissime dalla pioggia e quindi dal terreno sdrucciolevole. Il cuore batteva forte già sulla linea di partenza, il ritmo del suo colpire il petto era quasi un tamburo che caricava l'animo prima della bagarre, il colpo di pistola dello starter giungeva come una liberazione permettendo di sfogare quella "rabbia" primitiva, quella furia agonistica che abbracciava i 200 e oltre partenti.
Dovevo solo pensare a correre, il più forte possibile. Nessuna salita dove poter insidiare i podisti puri, quelli da pista e da pianura, nessuna possibilità di coinvolgere la sfera emozionale/mentale di tenuta psicologica, la corsa era troppo breve, solo spingere sulle gambe, con le braccia, con la testa proiettata a superare il proprio limite. Pronti-via, senza fiato, volare per poco più di 5km, battere un cinque alla vita e sparare tutte le cartucce in un soffio di vento. Libero. Selvaggio.
Sono riuscito a farlo per quasi tutta la gara. Sono soddisfatto... credo.
Ho dimostrato durante tutto quest'anno (ho dimostrato a me stesso) di essere ancora piuttosto competitivo, ho spaziato su parecchie distanze, dai 5,5 km di ieri ai 25 e più dei trail effettuati in valli sperdute di tutta la regione, trovandomi sempre a lottare per i primi posti, ed entrando spesso in zona podio, ma stabilmente nei primi 10 classificati ogni volta (tralasciando Maremontana e tutto ciò che quella tragedia ha portato), penso che il Cuore, non inteso come organo vitale del corpo (o almeno non solo), ma come impostazione d'animo, come coraggio, grinta nell'affrontare le prove, sia la mia caratteristica migliore, sia l'arma su cui posso contare ancora, sempre. Non ho un progetto/corsa a cui dedicarmi, ho alcune idee, ho un tarlo che continua a dire "Ultramaratone, Ultramaratone, Ultramaratone..." e ho quella vocina che sussurra "Vai e provaci, Vai e provaci, Vai e provaci..." quindi...
Stay tuned
Federico Saccani

giovedì 22 agosto 2013

2 Torri Varigotti









Oggi grande esperienza sportiva a Varigotti, giornata splendida, cielo azzurro, profumo di mare, e super gara con tantissime persone alle quali voglio bene.
Salita dura, un caldo infernale, avversari di qualità superiore, come Corrado, solito vincitore, Pablo e Virginia, campioni nello sport e nella vita, ma soprattutto grandi amici.
Nonostante le raccomandazioni del riscaldamento, Corrado è partito a bomba, quindi non si poteva fare diversamente, io e Pablo subito dietro, a darci battaglia. Ed è stata vera battaglia, un passo dopo l'altro, una sbuffata dopo l'altra abbiamo cercato di domare la salita, lunga, sotto il sole impietoso delle 18, faticosa. Devo prendere più vantaggio possibile perchè sicuramente nella discesa sterrata e tecnica Pablo ha parecchie marce in più.
Ci provo, ma incurante del mio ritmo forsennato Pablo non molla. Arriviamo appaiati all'ultimo pezzo in discesa, devo arrendermi ed accontentarmi del terzo posto, che dietro due mostri del genere è comunque una grande vittoria.
Virginia quarta assoluta e prima donna!!!
Grande energia, grande adrenalina, grande carica emotiva e grande sportività, una bellissima gara.
Devo migliorare molto in discesa
Ma ci sono sempre... e tengo duro!!!

Un ringraziamento particolare a Lucia e Gianni per il sostegno morale, fotografico e il "camallo" della borsa!!!!
Stay tuned
Federico Saccani

sabato 10 agosto 2013

Carbuta








Le Borgate di Carbuta è una gara da duri. C’è poco altro da aggiungere. Splendida nella sua rurale semplicità, aggressiva nel percorso, molto muscolare e vario, accogliente e solare nell’atmosfera, senza troppe menate professionistiche, accompagnata da una sagra dove si mangia bene, in un bellissimo posto. Ieri c’erano a correre campioni veri. Campioni Veri, con la maiuscola, perché se lo meritano.

Poi forse io sono uno che si emoziona per poco, però correre insieme e alla pari di Pablo e Alberto, mi ha regalato una serata strepitosa.

Mi spiace solo che, forse per l’orario, forse per la poca pubblicità, forse perché si fa più fatica che a correre sul lungomare, questa eccellente manifestazione viene un po’ “snobbata”… pazienza, ma d'altronde gli assenti hanno sempre torto.

Quindi c’è poco altro da aggiungere, sono arrivato terzo, mescolato agli atleti veri e questo è già il premio più significativo, abbiamo condotto, in quattro, una gara “a parte” con un ritmo importante fin da subito, che ha fatto il vuoto, poi le difficoltà del percorso hanno delineato la classifica tra di noi. Bellissimo è stato, mentre mi cambiavo nascosto tra le macchine, ascoltare le parole di uno spettatore, forse il parente di qualcuno che correva, non lo so, che ha detto con voce colma di rispetto “I primi quattro erano dei fenomeni…”. Ho sorriso beandomi per qualche istante del mio momento di gloria…

Alla prossima.

Federico Saccani

lunedì 5 agosto 2013

Running time











Ok, l’intenzione è quella di raccontare la Corsa Podistica di Bardino Vecchio, svoltasi ieri, ma sicuramente divagherò, lasciandomi trasportare da una sorta di euforia divulgatrice e, lasciatemelo fare, dall’intenzione di togliere qualche piccolo, ma fastidioso sassolino, dalle scarpe, rigorosamente leggere e colorate…
Andiamo con ordine.
Spiaggia, nessuna intenzione di andare a correre. Una bella nuotata, relax. Poi scatta qualcosa, una decisione improvvisa, Marina e Paride sono d’accordo, allora andiamo, Bardino Vecchio e la sua mitica corsa, una tradizione, una prova alla quale non ho mai partecipato, dunque perché no?
Caldo impressionante, ma Gianni e Manu mi avevano avvertito, nemmeno uno spicchio di ombra, però atmosfera festaiola, da sagra, quindi tutto bene, un bel riscaldamento, qualche parola con i tanti amici presenti, pettorale numero 7, e pronti al via…
Parto forte (forse troppo?) con i primi, l’asfalto corre facile sotto la falcata sciolta, respiro tranquillo, mi sembra tutto fin troppo facile, infatti, eccola lì, una curva a gomito e una rampa in salita micidiale, wow, da una parte rimango stupito, dall’altra contento, perché si fa subito gara selettiva, un circuito da 1,5 km, da ripetere 4 volte, con una rampa così può fare danni devastanti. Chiaramente non avevo provato il percorso (l’unico a non averlo provato, direi), quindi il primo giro lo prendo come ricognizione, soffro un pochino nel secondo e nel terzo, mentre il quarto ed ultimo è il mio migliore, chiudo in quinta posizione assoluta, a pochissima distanza dal podio, con la consapevolezza che se la gara fosse stata più lunga, avrei potuto fare molto meglio, ho corso in crescita e questo è un ottimo auspicio.
A novembre compio 40 anni, non ho mai avuto un gran motore, una gran potenza aerobica, quindi queste competizioni pronti-via a manetta, comincio a soffrirle un po’ troppo, mi piacciono senz’altro, ma il futuro lo vedo più orientato verso la distanza lunga (molto più lunga), cercando di mantenere per quanto possibile una velocità di base discreta come quella attuale, ma spostando lo sforzo più sulla capacità aerobica, quindi sulla tenuta di un ritmo medio alto prolungato nel tempo. Ho qualche progetto interessante, qualche sogno nel cassetto ambizioso (guai a non averne), il trail running (l’ultra trail…) mi chiama a gran voce, per ora faccio orecchie da mercante, però è fuori di dubbio che ne sono attratto fortemente. Vedremo che succede, credo che dopo tanti anni di corsa, possa prendermi con serenità un periodo di riflessione e decidere con calma come organizzare il mio futuro podistico.
Tanti anni di corsa, dicevo. Sempre vissuti sulla pelle, con i muscoli, con il cuore (tanto cuore), sempre vissuti dall’interno, in prima linea, sperimentando, prima di tutto su me stesso, poi anche su chi mi ha dato fiducia, un modo, un “metodo” su come vivere la corsa, su come sentirla, ascoltarla, respirarla, farla propria. Credo che con il mio passato sportivo, con l’esperienza accumulata in tanti anni di allenamenti, competizioni, studio (e ancora studio, e poi ancora studio…), possa essere quantomeno accreditato a parlare di corsa. Non dico di essere l’unico che può farlo, o il migliore, ma rivendico, a forza, il diritto di poterlo fare. Con cognizione di causa, difendendo quello in cui credo con argomenti seri, scientifici, sapendo di cosa parlo, con professionalità, senza presunzione.
Mi viene da sorridere perché nell’ultimo anno (praticamente da quando abbiamo costituito Run&Motion), c’è stata l’esplosione di una marea di “guru” del running; da non credere, anche quelli che fino a pochi anni prima sconsigliavano a gran voce la pratica della corsa, preferendo la senz’altro “più salutare” ginnastica aerobica o in tempi più recenti, zumba, adesso si vedono in giro, con improbabili tutine e ancor più improbabili falcate a dispensare perle di tecnica podistica da brividi, oppure, forse ancora peggiori, ci sono quelli che definisco “fenomeni”, si perché cavolo, corrono da un paio di mesi, corrono piano (perché forte ci si fa male, non perché non riescono…), corrono male, però regalano pillole di saggezza, consigli che spaziano dall’alimentazione pre-gara (ma non hanno mai fatto gare), all’integrazione, alla metodologia di allenamento!!!! Mamma mia, fenomeni in tutto e per tutto, in due mesi di corsa, sfogliando un paio di riviste, hanno già il controllo assoluto sulle infinite variabili del mondo del movimento umano… sono allibito. E’ come su uno comprasse i kettlebell di decathlon (quelli da 2 kg), e volesse insegnare a Chris come fare gli esercizi;  ci può stare tutto, d’accordo, però, ragazzi, voliamo rasoterra, cerchiamo di fare quello che sappiamo nel migliore dei modi, con umiltà, a testa bassa, con la consapevolezza di poterla alzare e guardare in faccia chiunque, senza timori.
Detto questo, Run&Motion c’è, chi vuole seguire il mio, il nostro sentiero sa come fare e lo sta facendo. E’ sicuramente una strada un po’ tortuosa, la strada della fatica, del sacrificio, delle piccole soddisfazioni (che diventano grandi), la strada del lavoro condiviso, con un sorriso, con una pacca sulla spalla, senza apparire, ma cercando di essere, di essere il più possibile noi stessi, distinguendoci da quello che ci circonda perché noi, semplicemente crediamo…
Simply Believe
Federico Saccani