I passi sono agili e leggeri, la pioggia che scende, ancora
copiosa, non disturba l’azione di corsa, per ora efficace come sempre. Ho messo
il cappellino rosso, quello con scritto “Salvataggio” retaggio di un passato
non troppo lontano, ma che sembra un’altra vita, quello che mi ha regalato
Massimo, perché così non ne fanno più, come dice lui sorridendo. Sempre.
Le imprecazioni che in prima mattina avevano accolto la
giornata uggiosa si dissolvono dopo i primi momenti di estasi podistica, in
testa mi ronzano parole di una canzone di Neffa di parecchia anni fa… “piove
già da un tot, la pioggia bagna la mia pelle, ma mi asciugherò, perché so che
il tempo è ciclico…” ripeto come una nenia questa strofa, non ricordando bene
le altre, ma avendo ben presente il titolo del brano “Aspettando il sole”… aspettando
il sole. Continuo a muovermi, le strade nascondono pozzanghere dove il piede è
libero di affondare fino alla caviglia, quasi memore di un rituale evangelico
di cui non ricordo precisamente il significato, ma che comunque lascia una scia
di ancestrale e primitiva libertà, sentendosi allo stesso tempo vittima e
carnefice, burattinaio e burattino, dio e uomo, tutto e nulla, permettendo così
alla mente di vagare, senza confini e senza meta, trascendendo spazio e tempo,
unendosi all’infinito e ritornando al nulla, al reale. E la mente non si lascia
scappare questa possibilità…
Gli occhi continuano ad osservarmi, prima severi, quasi
volessero ferire, poi più dolci, fino ad avvolgermi in un abbraccio che scalda
il cuore. II vecchio col bastone ha il volto stanco, scuote il capo, abbozza un
sorriso e mi invita a sedermi. Il bimbo con gli occhi grandi, sempre seduto
dietro la grata, guarda l’orizzonte, l’infinito. Bisbigli, bisbigli, bisbigli… “stai
qui con noi, stai qui con noi…”.
Il vecchio col bastone mi guarda le sue parole arrivano
direttamente in testa, come al solito “Vivere per Sognare o Sognare per Vivere…”
poi bisbigli e risa, bisbigli e risa, bisbigli e risa… “stai qui con noi, stai
qui con noi…”.
La corsa continua fluida, sono fradicio, ma ormai sono quasi
arrivato.
Mi è sempre piaciuto molto correre
sotto la pioggia… so che non è una domanda quella che mi picchia testa, “Vivere
per Sognare o Sognare per Vivere…”. Devo tornare nel posto senza nome…
Federico Saccani
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