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giovedì 24 dicembre 2009

Diabete e attività fisica: ottava parte - ruolo dell'attività fisica nel trattamento del diabete



I principali metodi di cura per il diabete sono la somministrazione di insulina (tipo 1), la dieta alimentare e l'esercizio fisico.
Il dosaggio di insulina viene regolato in maniera tale da permettere il normale metabolismo dei carboidrati, grassi e proteine. Nel caso del diabete di tipo 2 l'accento terapeutico viene posto sulla costruzione di una dieta bilanciata (eventualmente associata all'uso di ipoglicemizzanti orali) e sul controllo della composizione corporea.
Pima di descrivere il ruolo svolto dall'eserczio fisico nel trattamento del diabete vediamo come la concentrazione del glucosio nel sangue venga regolata, sia a riposo, sia durante l'esercizio fisico.

La glicemia rappresenta la principale fonte di energia per il cervello e la sua concentrazione nel sangue viene mantenuta entro limiti rigorosi per assicurarne un apporto costante. Se la glicemia si abbassa, il glucagone (ormone antagonista dell'insulina, secreto dal pancreas) stimola il fegato a rilascire glucosio (glicogenolisi) per riportarla alla normalità. Se la glicemia è troppo elevata (es. dopo pranzo), come abbiamo già detto, tocca all'insulina intervenire per riportare l'omeostasi.
Durante l'esercizio, il fegato deve liberare una quantità maggiore di glucosio (grazie all'aumento della secrezione di ormoni controregolatori, glucagone, adrenalina e, se l'esercizio dura a lungo, anche cortisolo e GH), per sostituire quello consumato dai muscoli, che lo hanno utilizzato come combustibile per la produzione di energia. Per facilitare questo processo, in corso d'esercizio, il livello di insulina nel sangue diminuisce, ed aumenta quello di glucagone; questi adattamenti permettono la liberazione di glucosio dai depositi.
E' importante notare che durante e (per un certo periodo) dopo l'esercizio fisico, i muscoli presentano una sensibilità insulinica più elevata; ciò vuol dire che il glucosio viene assorbito più velocemente a livello muscolare. Questa accresciuta sensibilità insulinica è uno dei motivi che rendono utile l'esercizio nel trattamento del diabete.
ESERCIZIO FISICO E DIABETE
Anche se non disponiamo di dati definitivi che indichino che uno stile di vita fisicamente attivo possa prevenire il diabete (anche se da un punto di vista "evolutivo" l'uomo è nato e si è formato con il movimento, quindi è abbastanza normale pensare che con il movimento esso possa conservarsi in salute), la maggior parte dei medici concorda nel ritenere l'attività fisica un elemento fondamentale del piano di trattamento (l'attività fisica costante permette di eliminare il glucosio nel sangue, garantendo un riequilibrio dello stesso; il muscolo in movimento consuma glucosio 20 volte di più rispetto ad un muscolo fermo).
L'esercizio fisico, specie se aerobico (ma non esclusivamente), è quindi, parte integrante del piano di cura del diabete mellito.
La prima osservazione storica sull'argomento risale alla prima metà del 1800 ed è presente nel libro "Memorie di un diabetico" in cui l'autore, medico e diabetico, riferiva che dopo un pasto abbondante (accompagnato da un buon vino) era solito percorrere di corsa i boulevard di Parigi, ricavandone grande giovamento sul suo fisico.
La prima osservazione scientifica, invece, risale al 1926 (5 anni dopo la scoperta dell'insulina da parte di Banting), anno in cui Lawrence, medico inglese e diabetico, pubblico sul British Medical Journal un articolo in cui dimostrava su se stesso che un'iniezione di 10 unità di insulina produceva un abbassamento glicemico molto maggiore e più rapido se era seguita da un esercizio fisico piuttosto che se si restava a riposo.
Per il sinergismo d'azione del lavoro muscolare e dell'insulina, l'esercizio fisico venne quindi considerato un "pilastro" della terapia del diabete (1959).
Negli anni 70 - 80, il miglioramento degli schemi terapeutici fece un po' dimenticare l'importanza dell'esercizio, nell'ultima decade del 1900 e in questi primi anni del 2000, invece, l'attenzione del mondo medico si è focalizzata sulla qualità della vita e dunque anche su un aspetto non secondario di essa, quello dell'attività fisica e sportiva (nella fattispecie è da evidenziare nel nostro paese la presenza dell'ANIAD - Associazione Nazionale Italiana Atleti Diabetici), anche grazie alla presenza di figure competenti e professionali come i laureati in Scienze Motorie e in Scienze e Tecniche delle Attività Motorie Preventive e Adattative.
Ricordiamo anche che, oltre all'importanza "fisica" dell'esercizio nella terapia del diabete mellito, esiste anche una fondamentale valenza psicologica, collegata all'aumento del senso di benessere e di sicurezza e quindi alla diminuzione di ansia e depressione, con maggiore senso di autostima e sensazione di "potenza" nei confronti della malattia.
Le attività fisiche adatte al diabetico (soprattutto se non sportivo, ma che si avvicina al movimento-terapia) sono quelle di tipo aerobico, specie se effettuate ad intensità media, perchè dal punto di vista metabolico vengono svolte utilizzando a scopo energetico una miscela di acidi grassi e glucosio, intaccando così solo in minima parte le scorte di glicogeno epatico con, quindi, alta resa energetica, minor rischio di ipoglicemia e riduzione dei lipidi ematici e del rischio cardiovascolare. Quindi camminate, bicicletta, nuoto, corsa, sci di fondo... praticate almeno tre volte a settimana (meglio sarebbe quotidianamente) per circa 30 - 45', tenendo sotto controllo l'intensità dell'allenamento che non dovrebbe superare il 70% del massimo consumo di ossigeno (circa l'80% della massima frequenza cardiaca). questo tipo di attività è assolutamente praticabile in palestra, sotto la guida attenta e responsabile di un trainer preparato.
Una consapevole attività sportiva si può effettuare anche in presenza di eventuali INIZIALI complicanze. L'obiettivo è quello di contribuire al mantenimento di un'accettabile qualità della vita evitando, però, di sovraccaricare o addirittura danneggiare l'organo sede della (o delle) complicanze.

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