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lunedì 7 dicembre 2009

Diabete e attività fisica: quinta parte - diabete mellito di tipo 2


Questa patologia si differenzia dalla precedente essenzialmente per le seguenti ragioni:
- esordio tardivo (oltre 40 anni);
- colpisce preferibilmente soggetti obesi o in forte sovrappeso;
- non è presente in parti del mono dove si soffre la fame od in cui la vita media è corta (era scomparso durante le Guerre Mondiali);
- non è una malattia autoimmune;
- presenta una notevole familiarità (concordanza fra gemelli omozigoti del 90%).
Le cause dello sviluppo di tale patologia si possono comprendere bene tenendo presente che esso colpusce soggetti sovrappeso od obesi che sono tali in conseguenza di una lunga abitudine all'iperalimentazione.
Questa comporta una maggior assunzione alimentare di carboidrati con conseguente iperglicemia che stimola la produzione di insulina, inducendo iperplasia delle cellune beta e determinando un aumento della concentrazione ematica dell'ormone (iperisulinemia). Questa condizione si riflette in una minor sintesi dei recettori per l'insulina e in una riduzione della loro capacità di legare questo ormone a causa del fenomeno denominato down regulation. Si riduce conseguentemente la possibilità di rifornimento cellulare di glucosio probabilmente aggravata, in alcuni casi, anche da altri difetti collegati al meccanismo d'azione dell'insulina e da problemi relativi al trasporto di glucosio attraverso la membrana da parte dei GLUT.
Tali situazioni possono portare ad un esaurimento delle cellule beta con possibilità di evoluzione verso il diabete di tipo 1.
Caratteristiche del diabete di tipo 2:
- è insulino indipendente;
- è molto frequente (85 % dei casi di diabete);
- non è chetoacidosico;
- può essere controllato con lo stile di vita;
- è provocato dal tipo di alimentazione e dal sedentarismo;
- è in costante aumento nel mondo (si calcola che nel 2020 vi saranno circa 250 milioni di persone malate);
- è gravato da una mortalità elevata per malattie cardiovascolari.

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