Scesi lungo la scala. Buia, fredda. Non so quale forza
arcana mi spingesse a farlo. La paura attanagliava i visceri, forza misteriosa
che invece di bloccare i miei passi, li accelerava, quasi una corsa vorticosa
fino all’essenza più profonda del mio essere. Fino alla luce, abbagliante,
quasi da non riuscire a tenere gli occhi aperti. Ci misi qualche secondo ad
abituarmi, il passaggio repentino dall’oscurità assoluta a quel bagliore di
fuoco quasi tolse il respiro. Finché non vidi… il vecchio col bastone
sorrideva, la sua mano nodosa tesa ad indicare il punto d’origine della luce.
Solo in quel momento mi resi conto. Lo specchio dal quale scaturiva quel lampo accecante
mostrava un volto. Il mio. O forse no. Occhi, mostrava occhi che mi fissavano.
Fu la pioggia a svegliare la mia mente dal viaggio onirico
nel quale si era tuffata. I miei passi riecheggiavano sul selciato umido, la
strada era quella conosciuta. Ora conoscevo anche la direzione da seguire…
Federico Saccani
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