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mercoledì 1 agosto 2012

Cultura sportiva... e sogni

Un paio di anni fa “conobbi” (virgolettato, perché il nostro è stato un rapporto di amicizia solo virtuale, via pc) una persona su un forum dedicato alle scienze motorie. Questa persona era l’amministratore di quel forum e di tutto il sito che lo conteneva, forum del quale ancora, anche se adesso me ne occupo un po’ meno, sono moderatore, sito del quale sono stato articolista. Il sito si chiama sportbrain.it . La persona in questione si chiama Francesco Martino.
Siamo entrati subito in sintonia, vuoi perché avevamo passioni comuni, dimostrate anche dal percorso universitario simile, ma soprattutto perché entrambi “sognatori”, entrambi con il sogno di dare alle scienze motorie il posto di rilievo che meritano nel panorama universitario e lavorativo italiano (perché nel resto del mondo è già così), entrambi con l’idea che questo passo si potesse fare SOLAMENTE attraverso la diffusione della cultura sportiva; in parole povere attraverso studio, letture, impegno sul campo. Ci abbiamo provato, il progetto sportbrain. it esiste ancora e, anche se marginalmente, ne faccio ancora parte; con Francesco le strade, inevitabilmente, si sono separate, ma la stima ed il rispetto reciproco sono sempre intatti. La strada per ottenere ciò che sognavamo era ed è tuttora durissima, quasi impraticabile, soprattutto a livello politico. Nessun rammarico, abbiamo mosso qualcosa, abbiamo costruito qualcosa; qualcuno sta seguendo le nostre orme, questo mi rende, comunque,soddisfatto del lavoro svolto.
Nel mio piccolo continuo a coltivare questo sogno; soprattutto continuo ad essere convinto che la cultura debba essere il motore primario dei cambiamenti, soprattutto di quelli duraturi, o meglio, di quelli che si vuole fare durare nel tempo.
Stile Libero ci prova, abbandonando i corsi di gruppo, concentrandosi su di un lavoro un pochino più indirizzato sulla persona, cercando di costruire programmi di allenamento che rispettino la fisiologia e la biomeccanica dell’individuo che li richiede, aggiornandosi continuamente, cercando di spiegare le scelte di un esercizio o di un programma piuttosto che un altro; si commettono errori è evidente, siamo ben lungi dall’essere perfetti, ma cerchiamo di percorrere questa strada, quella più difficile.
Con la nascita di ASD Run&Motion il sogno continua, cresce. Avvicinare persone ad una disciplina sportiva, cercare di istruirle su come affrontarla al meglio, questi sono gli obiettivi; i mezzi per raggiungerli sono gli stessi di cui sopra: studio, letture, impegno sul campo. Quindi anche qui, a mio parere, la cultura diventa motore inesauribile di un cambiamento; un cambiamento importante, quello del proprio stile di vita.
Sono molto contento quando vedo che mi si chiedono informazioni sul tipo di scarpe da utilizzare o sul tipo di programma di allenamento più idoneo da seguire, quando vedo qualcuno che timidamente sfoglia le riviste del settore… sono piccoli passi.
Sono importantissimi, fondamentali gli allenamenti, quelli che facciamo di gruppo, dove la didattica dovrebbe essere al primo posto, quelli in solitaria dove cercare di mettere a fuoco ed in pratica ciò che si è imparato, sono belle esperienze le garette, specialmente quelle fatte tutti insieme, senza obiettivi di classifica e/o cronometrici, ma solo per testarsi, divertirsi, sfidarsi, in maniera istintiva, un po’ Zen, senza malizia; ma è altrettanto importante informarsi su quello che si sta facendo, fare domande, studiare.
Ecco, sarei molto felice se, al posto di chiedermi se partecipo o meno ad una gara, mi si chiedesse il titolo di un libro sulla corsa, sull’allenamento, sull’alimentazione… da leggere e studiare.
Credo che in pochi avranno la pazienza di leggere tutto. Sono stato, come al solito, un tantino prolisso. Per quei pochi “simply believe”. Un abbraccio…
Federico Saccani

2 commenti:

  1. Come la goccia che batte sulla roccia non ti stancare mai di percorrere quella strada, quella più difficile, quella per pochi.Vedrai che piano piano le tue orme non saranno più le uniche su quel sentiero. Lo so che è difficile ma a noi le cose facili non piacciono, vero? Lucy

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