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venerdì 3 agosto 2012

La rana nel pozzo

Dedico questa "fiaba" a Run&Motion, a tutti i suoi componenti. La dedico veramente dal cuore. Spero abbiate la voglia e la pazienza di leggerla e di comprenderla nel suo significato più profondo. "I Believe" è nato un po' anche da qui. Io la conobbi tanti anni fa grazie ad un fumetto, e ho sempre, a volte con successo, a volte meno, cercato di farne tesoro e fare in modo che mi indicasse la via da seguire.
Run&Motion è nata per cercare di costruire un qualcosa che nel panorama podistico, a mio avviso, manca. Qualcosa al di fuori dello standard. Qualcosa di speciale. Proviamo a farlo insieme...
Non abbiate paura di fare qualcosa di diverso, non abbiate paura di distinguervi dagli altri.
A voi:

La rana nel pozzo


di Carlos Gonzalez Valles


Un'intera colonia di rane viveva in un pozzo grande e profondo.


Le rane conducevano la propria vita, mantenevano le proprie usanze, cercavano il cibo e gracidavano a più non posso, riempiendo di movimento e di suoni le ombrose profondità di quel pozzo ospitale.


Il loro isolamento dal mondo esterno le proteggeva ed esse vivevano in pace, attente solo ad evitare il secchio che di tanto in tanto qualcuno calava dall'alto per attingere acqua dal pozzo.


Non appena sentivano la carrucola cigolare lanciavano l'allarme, si tuffavano sott'acqua o si aggrappavano alla parete, e aspettavano lì trattenendo il respiro finché il secchio pieno d'acqua non veniva tirato su di nuovo e il pericolo passava.


Una giovane rana, dopo essersi messa al riparo in una di queste occasioni, cominciò a pensare che il secchio, anziché un pericolo, poteva rappresentare un'opportunità.


Lassù in cima riusciva a scorgere un'apertura luminosa come un grande lucernario, il cui aspetto mutava con il giorno e la notte e sulla quale passavano ombre e profili, forme e colori che suggerivano che c'era qualcosa che valeva la pena di conoscere da quella parte del pozzo.


E, soprattutto, c'era quel bel visetto della ragazza dalle trecce d'oro che per un istante ogni giorno si chinava sul parapetto del pozzo per gettare il secchio e tirarlo su in quell'apparizione temuta e attesa.


Tutto ciò andava esplorato.




La giovane rana parlò e tutte le altre la redarguirono aspramente.


Non è mai stato fatto. Sarebbe la rovina della nostra razza. Il cielo ci punirebbe. Saresti persa per sempre. Siamo state fatte per vivere qui e qui possiamo stare bene ed essere felici.


Fuori del pozzo c'è solo desolazione e distruzione.


Non ti azzardare a disobbedire alle leggi dei nostri antenati.


Come può una giovane rana pretendere di saperne più di loro!




La giovane rana attese pazientemente che il secchio fosse calato di nuovo.


Si acquattò nel posto giusto, saltò nel secchio nel momento esatto in cui veniva sollevato e salì con esso tra la meraviglia e l'orrore della comunità degli anfibi.


Il consiglio degli anziani scomunicò la rana fuggitiva e proibì a tutti di parlarne.


La dignità del pozzo andava salvaguardata.




I mesi passarono senza che nessuno la nominasse né la dimenticasse, finché un bel giorno dal parapetto del pozzo si udì un gracidio familiare:


tutte le rane, incuriosite, si radunarono là sotto e videro stagliarsi contro il cielo il noto profilo della rana intraprendente.


Poi al suo fianco apparve un'altra rana e intorno a loro si radunarono sette ranocchietti.


Erano tutti lì a guardare senza azzardarsi a dire nulla, quando la rana parlò da lassù:


« Qui c'è un mondo meraviglioso che vi aspetta. C'è acqua che scorre, non come quella laggiù, e c'è erba verde e tenera che spunta dal terreno, ed è una gioia muovercisi in mezzo, e c'è una gran quantità di piccoli scarabei e insetti gustosi ovunque; ogni giorno si possono mangiare cose diverse.


E poi ci sono tante rane di molti tipi, molte colte e simpatiche, e io ho sposato una di loro e siamo felicissimi, e abbiamo avuto questi sette piccoli che vedete qui con noi.


C'è spazio in abbondanza per tutti voi qui, perché i campi sono immensi al punto che non se ne scorge mai la fine ».




In fondo al pozzo le autorità ufficiali minacciarono la rana che, se fosse tornata giù, sarebbe stata giustiziata per alto tradimento;


ma lei disse che non aveva alcuna intenzione di tornare laggiù, fece gli auguri a tutte e se ne andò con la propria compagna e i sette ranocchietti.




Nelle profondità del pozzo si scatenò un gran tumulto e alcune rane di larghe vedute volevano discutere la proposta, ma le autorità le rimproverarono, proibirono di menzionare lo spiacevole incidente e la vita tornò alla normalità tra le ripide pareti di quell'oscuro pozzo.




La mattina dopo, quando la ragazza dalle trecce d'oro tirò su il secchio dal pozzo, rimase sbalordita nel vedere che era pieno di rane.

3 commenti:

  1. Ragazzi... sto cercando di mostrarvi la strada per uscire dal pozzo. Ognuno a suo modo, ognuno per conto suo... ma tutti insieme ;-)

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  2. Penso che tu abbia ragione, ma occorre valutare anche la versione della rana Kup Manduk che era vissuta tutta la vita nel suo piccolo pozzo. Quando una rana venuta dall'oceano la informa che c'è qualcosa di molto più grande del pozzo in cui ha sempre vissuto, la rana Kup Manduk urla all'altra :"bugiarda !". E non ne parla più.
    Quante rane Kup Manduk conosci ?

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  3. ... Un sacco!!!!!!! Grazie Gianni

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