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domenica 21 marzo 2010

Maratona di Roma - atto quarto: seduto sul divano a riflettere


Questa mattina si è corsa la Maratona di Roma. Non volevo vederla in TV, il pensiero della forzata rinuncia mi indirizzava subdolamente a fare altro, barba, una doccia chilometrica (in effetti ero un po' sudato...), aspirapolvere, pulizia del bagno (ometto di casa...) e altre diavolerie del genere, ma non è durata a lungo.
Il cuore ha ceduto e, come un caldo abbraccio, il divano ha accolto il mio corpo che pigramente indirizzava il telecomando su Rai3, permettendomi così di gustare uno spettacolo che in effetti ha pochi eguali.
Interessante la gara, magnifico lo scenario, emozionante lo sforzo letto sui volti dei partecipanti, da brividi l'arrivo, ma questa volta, stranamente, la cosa che mi è rimasta più impressa è stato il commento dei giornalisti e dei tecnici sul posto.
Si è parlato di ritmi al chilometro, di cosa mangiare, di come allenarsi, ma, soprattutto, si è parlato di attività fisica e sport come unici mezzi di prevenzione per le patologie metaboliche e muscolo/scheletriche, come unici mezzi di aggregazione, di socializzazione e di integrazione, si è parlato di portare lo sport anche nelle periferie e nei quartieri a rischio, di spingere l'attività fisica nelle scuole di ogni ordine e grado...
Praticamente quello che dico e sostengo da sempre. Mi sono sentito, comunque, protagonista, anche se non ho corso. Ero comunque lì.

2 commenti:

  1. Caro Doc, sintonizzata su Rai3 per tutto il tempo della maratona, Renzo parzialmente, per i tuoi stessi motivi. Emozioni e commozione a non finire, a partire da Zanardi in poi. Spesso il pensiero si spostava su di te, perchè ti "sentivamo" esattamente così, come descrivi. Non serve aggiungere altro... soltanto il commento di uno dei tanti tecnici sul posto "la maratona è fondamentalmente una vittoria con se stessi... E' uno sport per egoisti".

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  2. Mi sento decisamente egoista... ;-)
    Grazie

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