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domenica 22 novembre 2009

Diabete e attività fisica: seconda parte - fisiopatologia


Come abbiamo già ricordato, il tasso di glucosio circolante si aggira normalmente attorno ad un valore assai stabile (80 - 100 mg/dl sangue), con lievi oscillazioni in più dopo i pasti ed in mano in condizioni di digiuno. In condizioni di digiuno, la costanza del livello glicemico è assicurata dalla continua immissione in circolo di glucosio dal fegato, ad opera dell'enzima glucosio - 6 - fosfatasi microsomiale.
Nella sindrome diabetica la glicemia si mantiene costantemente al di sopra del valore normale e può raggiungere anche valori di 300 - 400 mg/dl di sangue.
Nelle malattie diabetiche di tipo 1 e 2, l'iperglicemia stabile è preceduta da un periodo più o meno lungo in cui si possono avere saltuari episodi iperglicemici, specialmente in rapporto con situazioni (stati emozionali, disordini alimentari, malattie infettive) che di per sè determinano iperglicemia, normalmente controllata e transitoria. Si parla allora di stato prediabetico o diabete latente: si verifica cioè una situazione di intolleranza al glucosio, che si rivela solo in condizioni di emergenza.
Possiamo rilevare questa intolleranza con la curva da carico con glucosio:
dopo somministarzione orale di una forte quantità di glucosio (1,75g/kg), nel soggetto sano la glicemia si innalza rapidamente ed altrettanto rapidamente scende per raggiungere valori inferiori a quelli basali, mentre nel soggetto diabetico, il livello glicemico, già in partenza superiore al normale, raggiunge valori molto alti e su questi resta a lungo, ritornando alla situazione precedente il trattamento in maniera molto lenta (anche dopo molte ore). Nel soggetto prediabetico si ha la tendenza al comportamento di tipo diabetico anche se su valori quantitativamente minori.
Il passaggio da prediabete a diabete conclamato è rapido nel diabete di tipo 1, mentre è graduale in quello di tipo 2 (in quest'ultimo caso con alcune manifestazioni acute di iperglicemia che ritornano lentamente ad uno stato di quiete).
Per la diagnosi di diabete la caratteristica più importante è costituita dalla glicemia a digiuno (fasting plasma glucose, FPG), esame che viene utilizzato anche a livello di screening negli individui con più di 45 anni, mentre il carico con glucosio (test orale od endovenoso) viene utilizzato come esame di secondo livello.
Criteri per la diagnosi di diabete mellito:
- sintomi del diabete associati a glicemia su prelievo ematico in relazione ai pasti > 200 mg/dl;
- glicemia a digiuno > 126 mg/dl;
- glicemia a due ore> 200 mg/dl in corso di carico orale con glucosio.
Sintomi principali del diabete:
- orinazione frequente (poliuria);
- sete eccessiva (polidipsia);
- polifagia;
- disturbi improvvisi della vista;
- formicolio o insensibilità alle mani e ai piedi;
- ferite che si rimarginano molto lentamente;
infezioni più frequenti del solito (per aumento degli zuccheri su cute e mucose, con proliferazione batterica).

Le due forme più comuni di diabete (tipo 1 e tipo 2) sono due malattie completamente diverse, sia dal punto di vista della patogenesi che della predisposizione genetica che del trattamento. Il tipo 1 ha un picco di incidenza attorno ai 10 anni , è molto grave ha un'evoluzione rapida e una forte tendenza alla chetoacidosi, mentre il tipo 2 compare spesso dopo i 30 anni, si manifesta con un andamento lento ed è, almeno per un certo periodo, più facilmente controllabile a livello dietoterapico. Nella maggior parte dei casi, il diabete di tipo 1 ha un'origine immunologica ed è dovuto, quindi, ad un attacco autoimmune contro le cellule beta del pancreas, con conseguente loro progressiva distruzione e blocco della produzione di insulina. Nel tipo 2, il pancreas è sano, così come le cellule deputate alla produzione di insulina (cellule beta). L'insulina è presente o addirittura aumentata, il problema è infatti dovuto ad una condizione di resistenza cellulare all'insulina, che può, però, nel lungo periodo, portare ad una sua insufficiente produzione. Il termine resistenza all'insulina indica una condizione in cui la risposta biologica indotta da una concentrazione "normale" di insulina nel sangue è inferiore a come dovrebbe essere. La funzione principale dell'insulina è quella di facilitare il trasporto di glucosio dal sangue alla cellula, nel caso di resistenza all'insulina per trasportare una data quantità di zucchero nella cellula occorre molta più insulina che nella norma.
Il termine sensibilità all'insulina è correlato alla resistenza all'insulina, e fornisce un indice di efficacia di una data concentrazione di insulina nel sangue: la resistenza insulinica diminuisce con l'aumentare della sensibilità.

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