Non riesco a crederci.
Sono passati giorni dall’ultima trasformazione. Eppure…
Non era mai successo. Almeno non era mai successo in maniera
così forte, profonda, penetrante. Ricordo tutto, ogni minimo particolare,
tutto. E quella luce. Quella luce…
Stavo correndo, libero, selvaggiamente libero; la falce di
luna nel cielo sereno era stata più che sufficiente a scatenare la mia anima
animale, nessuna paura, nessun pensiero, o forse uno solo? Non saprei dire. Si
un pensiero c’era. Sempre lo stesso. Le immagini del bosco si susseguivano
nitide, gli odori permeavano il mio cervello, primitivo, ma terribilmente
efficiente, l’istinto mi guidava come il più moderno dei navigatori, ma non
avevo meta, o almeno così credevo.
Un salto, una corsa, un salto, ancora uno, mi fermo, urlo al
cielo tutto me stesso, in un ululato che è cuore, che è coraggio, che è amore.
Riprendo la corsa, sempre più veloce, sempre più libero, ribelle.
Improvvisamente qualcosa scuote i miei sensi, una risata? Una
voce? Un sorriso? Occhi che mi leggono dentro? Non saprei dire; non riesco a
mettere a fuoco, immagini indistinte occupano il mio campo visivo, non mi rendo
nemmeno conto di aver alzato il pelo sul dorso, mentre un verso gutturale esce
violento dalla mia bocca. Non riesco a muovermi; paura? Forse, ma anche attrazione
per quella danza di forme che non riesco a distinguere. Sono bagliori, dapprima
tenui, poi sempre più intensi, non sembrano pericolosi, anzi, sento quasi
immediatamente le mie difese rilassarsi, l’istinto mi dice di seguirli, la mia
poca razionalità mi dice di fuggire. Chiudo gli occhi e provo a concentrarmi, provo
a sentire, lascio che sia la mia interiorità a guidarmi.
Bastano pochi momenti e, quasi senza rendermene conto, mi
trovo ad avanzare verso questi bagliori indefiniti.
Non c’è un inizio vero e proprio. Tutto succede in un istante.
O almeno così mi sembra. Un rumore assordante di mille urla penetra nelle mie
orecchie, ma non fa male, sento parole dolci che si susseguono, una dopo l’altra,
sento mani che mi sfiorano, sento mani che si stringono, carezze, respiri e
occhi che guardano e mi fanno sentire nudo, impotente. Ma sto bene. Ora. E
ancora voci, ancora risate, e ancora mani e occhi mi stringono in un abbraccio
che non ha fine. E poi la luce. Quella luce che mi inonda, calda e fresca allo
stesso tempo, penetra in ogni mio spazio, mi riempie di vita, di amore, di una
marea di sensazioni indescrivibili; sento di rinascere; sono uomo e sono lupo,
sono vento che danza tra le cime degli alberi e sono pioggia che disseta la
terra, mi vedo correre libero e ribelle e mi vedo seduto a contemplare un viso
bellissimo, sento le mie urla selvagge gridare al cielo e sento il mio silenzio
ricevere l’eterno. Mi accorgo di vedere chiaramente; tutto, come se mi levassero
una benda dagli occhi. Ora sono vivo. Ora.
Ci penso ancora. Sono passati giorni, ma ci penso ancora.
Nulla è più come prima.
Cerco quella luce, ogni istante, sempre.
Passeggiare mi ha sempre fatto bene, devo scuotermi. Le
cuffie isolano il mio intercedere dal mondo esterno, lo sguardo è fisso avanti,
sempre un solo pensiero in testa. Sempre quello.
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