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mercoledì 29 luglio 2009

I rituali della corsa


E chi non ne ha?

Wikipedia definisce rituale (o rito) come qualsiasi atto, o insieme di atti, che viene esegiuto secondo norme codificate.

Da questa definizione risulta evidente come il significato di rituale venga spesso avvicinato a un qualcosa di sacro, di mistico, di religioso. Nel nostro piccolo la corsa, con le sue difficoltà, con la sua durezza, con le emozioni che regala, acquista una definizione speciale, che tocca la sfera personale, fisica, mentale ed emotiva, circondandosi di una particolare aura che possiamo chiamare di sacralità, rendendo molto calzante parlare di rituali della corsa.

Se devo essere sincero, durante la corsa vera e propria non ho dei riti particolari, anzi, cambio spesso percorso, a volte corro veloce, a volte meno, spesso in salita, ma non sempre, ecc.. ma ne ho tantissimi nel riscaldamento e nel defaticamento, anzi il primo rituale importante inizia nell'allacciatura delle scarpe...

Non faccio il doppio nodo, mai. Le scarpe si allacciano normalmente, ma le "gasse" che si formano devono essere infilate sotto le stringhe che passano sulla tomaia. questo deve avvenire sempre come ultima cosa prima del riscaldamento.... sono malato eh?!?

Il riscaldamento... bene, bene... che sia lungo o breve non importa, ma deve contenere sempre un gruppo di esercizi particolari. Se ho tempo faccio più ripetizioni, se ho poco tempo ne faccio meno, tutto lì. Quali esercizi? Non mancano mai gli squat (a corpo libero), le rullate tacco-punta, la corsa calciata dietro e lo skip (questi due in ugual misura, cioè, se faccio 6 passi di calciata, ne faccio sei anche di skip... di lì non si scappa). Durante la fase di salita dello squat, sfrego le mani sulle creste iliache. Questo tipo di lavoro mi da (forse) sicurezza, non so, ma non ne faccio mai a meno.

Così come nel defaticamento. Arrivo dalla corsa e, anche qui secondo il tempo che ho a disposizione, eseguo alcuni eserczi particolari: skip e corsa calciata dietro (in ugual misura...!) seguiti immediatamente da uno scatto di pochi metri, alcuni passi di corsa balzata (in genere otto), ancora skip più corsa calciata seguiti da uno scatto. Poi passo allo stretching:

polpacci, femorali, quadricipiti, autoallungamento verso l'alto. Circa dieci secondi per posizione. Anche se sono assolutamente consapevole che questi esercizi non mi servono a nulla (anzi...), ormai, dopo anni non ne faccio più a meno.

Beh, in definitiva non credo che l'eseguire queste "cerimonie" (così mi sento più guerriero, come un samurai che si prepara per il combattimento) sia di particolare aiuto per la resa dell'allenamento o gara, ma nemmeno possa rappresentare uno svantaggio. Sono consapevole che potrei farne a meno, ma per ora va bene così...


6 commenti:

  1. caro Doc divulgherò i tuoi rituali a chi di interesse on the beach è sempre un piacere leggere i tuoi "messaggi", alcuni parteciperanno simpaticamente alla mini maratona 7.5 km che si terrà a finale il 16 agosto.
    P.S. A proposito.. bella la tua foto, la sceglierei fra tante...

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  2. Mi sa che a quella gara lì parteciperò anche io...

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  3. Wow! Se mi dici che ci sei attivo la tifoseria! a presto

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  4. Fidati. Sorpesina... ti stupirò!

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  5. ops...magari meglio sorpresina con una erre in più..

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