Visualizzazioni totali

Amici

lunedì 5 agosto 2013

Running time











Ok, l’intenzione è quella di raccontare la Corsa Podistica di Bardino Vecchio, svoltasi ieri, ma sicuramente divagherò, lasciandomi trasportare da una sorta di euforia divulgatrice e, lasciatemelo fare, dall’intenzione di togliere qualche piccolo, ma fastidioso sassolino, dalle scarpe, rigorosamente leggere e colorate…
Andiamo con ordine.
Spiaggia, nessuna intenzione di andare a correre. Una bella nuotata, relax. Poi scatta qualcosa, una decisione improvvisa, Marina e Paride sono d’accordo, allora andiamo, Bardino Vecchio e la sua mitica corsa, una tradizione, una prova alla quale non ho mai partecipato, dunque perché no?
Caldo impressionante, ma Gianni e Manu mi avevano avvertito, nemmeno uno spicchio di ombra, però atmosfera festaiola, da sagra, quindi tutto bene, un bel riscaldamento, qualche parola con i tanti amici presenti, pettorale numero 7, e pronti al via…
Parto forte (forse troppo?) con i primi, l’asfalto corre facile sotto la falcata sciolta, respiro tranquillo, mi sembra tutto fin troppo facile, infatti, eccola lì, una curva a gomito e una rampa in salita micidiale, wow, da una parte rimango stupito, dall’altra contento, perché si fa subito gara selettiva, un circuito da 1,5 km, da ripetere 4 volte, con una rampa così può fare danni devastanti. Chiaramente non avevo provato il percorso (l’unico a non averlo provato, direi), quindi il primo giro lo prendo come ricognizione, soffro un pochino nel secondo e nel terzo, mentre il quarto ed ultimo è il mio migliore, chiudo in quinta posizione assoluta, a pochissima distanza dal podio, con la consapevolezza che se la gara fosse stata più lunga, avrei potuto fare molto meglio, ho corso in crescita e questo è un ottimo auspicio.
A novembre compio 40 anni, non ho mai avuto un gran motore, una gran potenza aerobica, quindi queste competizioni pronti-via a manetta, comincio a soffrirle un po’ troppo, mi piacciono senz’altro, ma il futuro lo vedo più orientato verso la distanza lunga (molto più lunga), cercando di mantenere per quanto possibile una velocità di base discreta come quella attuale, ma spostando lo sforzo più sulla capacità aerobica, quindi sulla tenuta di un ritmo medio alto prolungato nel tempo. Ho qualche progetto interessante, qualche sogno nel cassetto ambizioso (guai a non averne), il trail running (l’ultra trail…) mi chiama a gran voce, per ora faccio orecchie da mercante, però è fuori di dubbio che ne sono attratto fortemente. Vedremo che succede, credo che dopo tanti anni di corsa, possa prendermi con serenità un periodo di riflessione e decidere con calma come organizzare il mio futuro podistico.
Tanti anni di corsa, dicevo. Sempre vissuti sulla pelle, con i muscoli, con il cuore (tanto cuore), sempre vissuti dall’interno, in prima linea, sperimentando, prima di tutto su me stesso, poi anche su chi mi ha dato fiducia, un modo, un “metodo” su come vivere la corsa, su come sentirla, ascoltarla, respirarla, farla propria. Credo che con il mio passato sportivo, con l’esperienza accumulata in tanti anni di allenamenti, competizioni, studio (e ancora studio, e poi ancora studio…), possa essere quantomeno accreditato a parlare di corsa. Non dico di essere l’unico che può farlo, o il migliore, ma rivendico, a forza, il diritto di poterlo fare. Con cognizione di causa, difendendo quello in cui credo con argomenti seri, scientifici, sapendo di cosa parlo, con professionalità, senza presunzione.
Mi viene da sorridere perché nell’ultimo anno (praticamente da quando abbiamo costituito Run&Motion), c’è stata l’esplosione di una marea di “guru” del running; da non credere, anche quelli che fino a pochi anni prima sconsigliavano a gran voce la pratica della corsa, preferendo la senz’altro “più salutare” ginnastica aerobica o in tempi più recenti, zumba, adesso si vedono in giro, con improbabili tutine e ancor più improbabili falcate a dispensare perle di tecnica podistica da brividi, oppure, forse ancora peggiori, ci sono quelli che definisco “fenomeni”, si perché cavolo, corrono da un paio di mesi, corrono piano (perché forte ci si fa male, non perché non riescono…), corrono male, però regalano pillole di saggezza, consigli che spaziano dall’alimentazione pre-gara (ma non hanno mai fatto gare), all’integrazione, alla metodologia di allenamento!!!! Mamma mia, fenomeni in tutto e per tutto, in due mesi di corsa, sfogliando un paio di riviste, hanno già il controllo assoluto sulle infinite variabili del mondo del movimento umano… sono allibito. E’ come su uno comprasse i kettlebell di decathlon (quelli da 2 kg), e volesse insegnare a Chris come fare gli esercizi;  ci può stare tutto, d’accordo, però, ragazzi, voliamo rasoterra, cerchiamo di fare quello che sappiamo nel migliore dei modi, con umiltà, a testa bassa, con la consapevolezza di poterla alzare e guardare in faccia chiunque, senza timori.
Detto questo, Run&Motion c’è, chi vuole seguire il mio, il nostro sentiero sa come fare e lo sta facendo. E’ sicuramente una strada un po’ tortuosa, la strada della fatica, del sacrificio, delle piccole soddisfazioni (che diventano grandi), la strada del lavoro condiviso, con un sorriso, con una pacca sulla spalla, senza apparire, ma cercando di essere, di essere il più possibile noi stessi, distinguendoci da quello che ci circonda perché noi, semplicemente crediamo…
Simply Believe
Federico Saccani

Nessun commento:

Posta un commento