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domenica 22 giugno 2014

Lato Oscuro





Non sono ancora perfettamente Zen … 


Sarà probabilmente l’influenza di Alberto che aiuta a far riemergere quell’interiore “FinalBronx”,  retaggio di una adolescenza vissuta appieno, quella parte di me non rinnegata, assolutamente, ma messa a riposo per raggiunti limiti d’età, che ogni tanto tende a far capolino mostrando, come Yoda sosteneva, quanto seducente sia il “Lato Oscuro”, perché in fondo, dare di matto un po’ mi piace.


Ma facciamo un passo indietro.


Bellissima atmosfera alla partenza di Up&Down, tantissima gente, grande qualità tra i partecipanti, dove riconosco almeno quattro o cinque podisti di eccellente livello, un sacco di amici, sorrisi, abbracci sinceri, tante persone con i cani ad impreziosire il tutto. Parte la gara, veloce, anche troppo, dura il giusto, salita e discesa si inseguono senza soluzione di continuità, un vero e proprio saliscendi che permette di concentrarsi su se stessi senza distrazioni, un bellissimo viaggio in SlowRunning, dove riesco a trovare un ritmo che mi permette di ascoltare, di guardare, di “fare la mia musica”, di sentire meno dolore possibile, di divertirmi. E corro anche molto bene. Sono tra i primi, credo di veleggiare tranquillo intorno all’ottavo posto, un paio di ragazzi una cinquantina di metri avanti, nessuno dietro, il traguardo a poche centinaia di metri che ci aspetta … anzi, si allontana!!!! Ma come?!!?? Eh si, “qualcuno” toglie una transenna, forse chi doveva stare all’incrocio non c’è, forse sto troppo bene dentro di me, sta di fatto che sbaglio strada, mi inerpico su di una salita invece di scendere in discesa. Torno indietro, incontro altri podisti anche loro spaesati, imbocchiamo la strada giusta, ma ormai la magia è finita, il “Lato Oscuro” rapido e veloce si intrufola e decido così di finire la gara a petto nudo “per protesta”, ovviamente imprecando come uno scaricatore di porto. Arrivo al traguardo, non lo supero, spiego “delicatamente” l’accaduto e riparto, tornando indietro per andare a raggiungere Marina che accompagno per un paio di chilometri fino a tagliare il traguardo dopo una performance da urlo. 


La fiamma si spegne. Abbraccio tutti i ragazzi Run&Motion, quelli che vedo, gli altri lo faccio “virtualmente”, un grande Team anche oggi: Marina, Chiara, Cristina (c’eri, ti abbiamo vista ;-) ), Alberto, Matilde, Paolo, Pietro, Francesca, Manuela, Tiziana, Paolo, Francesca, Viviana, Gianni. Un pensiero al compagno di Team Alberto Ghisellini che ha vinto ieri il NeanderTrail e un pensiero ancora più grande all’amico Giorgio Massone.


Mentre torno allo scooter mi viene in mente una frase di Matt Biondi dopo aver perso il titolo Olimpico nel ’92 “It’s not the end of the world, my dog will still lick my face whether I win or lose; non è la fine del mondo, il mio cane continuerà a leccare il mio volto sia che vinca sia che perda”. Ed è andata proprio così, un’altra lezione imparata, un altro tassello. Grazie quindi anche a Crusca e Ombra.


Sorrido.


Fede


Ah, dimenticavo … oggi la colonna sonora è ovviamente questa: https://www.youtube.com/watch?v=-bzWSJG93P8

sabato 21 giugno 2014

Race Day




Race Day…
Domattina si torna a gareggiare.
Pietra Ligure, 10 km di asfalto rovente dal poco rassicurante nome “Up&Down”, Su e Giù, Sali e Scendi … quasi un monito, un avviso, un avvertimento: “Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate”, di Divina memoria, un viaggio attraverso i gironi della propria essenza, contatti profondi e unici con il proprio profondo ed inesplorato mondo interiore.
Sperimenteremo ancora “SlowRunning” così, scritto tutto attaccato perché è parola unica, parola che racchiude molteplici significati riconducibili tutti ad un consapevole modo di muoversi e ascoltarsi, imprescindibili l’uno dall’altro, dove movimento è emozione è ascolto, dove è Run&Motion, CorsaEmozioneMovimento, ma anche qualcosa in più: far pace con le proprie sensazioni che saranno la guida di questo viaggio straordinario dove l’uno si confonderà con il molto, il sogno con la realtà, il passato con il presente, con il futuro.
Sarà bellissimo ascoltarsi, venire sommersi da una moltitudine di colori, l’inconfondibile odore dell’asfalto, forgiato dal sudore dell’uomo, che richiamerà altro sudore, altra fatica, urla di gioia, il battere dei piedi che suona una ritmica in quattro quarti, dove le parole sono i battiti del cuore, i respiri affannati, le risate sincere, un Rap emozionale dove non vince chi arriva primo, ma chi crede di più in ciò che sta facendo, in ciò che può renderlo migliore.
Noi ci saremo, canteremo la nostra strofa, ascolteremo il nostro ritmo. Il mio sarà dettato dal volerci provare nonostante tutto, avrà i toni gravi del dolore e quelli acuti della felicità, cercherà di mixarli, di miscelarli, di fonderli, di trovare un suono che li racchiuda e li intrappoli, pur lasciandoli liberi di uscire quando sarà il momento. Calpesterò quella linea immaginaria che separa sofferenza e gioia, su di essa danzerò libero, selvaggio, ribelle. Fiero.
Ci sarà Marina con me. Ci sarà tanta Run&Motion. Ci saranno tanti altri amici.

Ci sarà la nostra voglia di emozionarci.

Ci sarà una colonna sonora. Questa : https://www.youtube.com/watch?v=I7020JnfPGg

Metto la voce dove non c'è luce
Per riconoscere bugie nelle tenebre
Sono il contrario di quello che si dice
Come la fenice risorgo dalla cenere”

Fede

domenica 8 giugno 2014

Perchè un Diamante è per sempre... Emozione





Emozione: Il termine deriva dal latino “emovere”, trasportar fuori, scuotere, smuovere, allontanare; è il nesso fra un universo puramente interno e il mondo di tutti. È la manifestazione diretta dell'inconoscibile agitazione che è il nostro primo movente, il primo motore. È ciò che dissimulato, alterato, sofisticato, incompreso fuori di sé, genera i mostri dell'animo umano, che non conoscono compassione, complicità, partecipazione - e quindi, libertà. È il picco più potente dell'animo.
Wow.
Mi viene in mente un parallelo. Il “muovere” del corpo con il “muovere” dell’animo.
Run&Motion – CorsaEmozioneMovimento, racchiude in un solo termine questo complicatissimo e intricato dualismo che diventa uno, l’animo ed il corpo, non più separati, ma uniti nel muoversi e nell’”emoversi”.
Emozione.
Quindi muoversi è emozionarsi, è tirare fuori ciò che normalmente si cela, mostrare ciò che effettivamente si è.
Venerdì sera un gruppo di amici si è mosso ed emozionato, ha trovato in 5 roventi Km la possibilità di tirare fuori un po’ di sé, ognuno con il proprio obiettivo, il proprio orizzonte da raggiungere, ma tutti insieme, quasi che un invisibile filo li tenesse uniti.
Forse quel filo c’era davvero.
Un rombo di quasi 800 gambe, un pulsare di quasi 400 cuori era colonna sonora di un affascinante viaggio interiore, un’esplorazione degli angoli più reconditi della propria anima, catapultati in un limbo sospeso tra due dimensioni, dove il rumore del proprio respiro si confondeva con il silenzio quasi surreale che solo la pace con se stessi può regalare. Persa la cognizione del tempo e dello spazio, si vagava come inesperti esploratori senza bussola e mappa, lande desertiche compaiono davanti agli occhi per essere sostituite in un istante da foreste intricate, sole che brucia la pelle, freddo che paralizza gli arti, acqua e fuoco, giorno e notte, gioventù e vecchiaia si susseguono instancabili in un vortice onirico dalla tangibile realtà. Vedo numeri che si susseguono, dapprima veloci, poi sempre più lenti, 1 – 2 – 3 – 4 urla che arrivano dalle mie spalle, o forse dall’alto, non capisco, svegliano il mio “Io” primigenio, un verso ancestrale sgorga dal mio petto in fiamme; un animale, ho i sensi ipersviluppati, 5 – 6 – 7 – 8 odori che non riconosco assalgono il mio cervello, urlo ancora più forte, sento i miei fratelli urlare con me. Ululare con me.
Un branco, CorsaEmozioneMovimento, che si muove e si emoziona. Insieme.
9 – 10 – 11 – 12 – 13 La fusione è completa, percepisco, vedo e sento come se non fossi solo, sento 9 cuori battere nel mio petto, corro veloce come non mai, salto, mordo, sfregio, dilanio, assaporo il gusto del sangue e lo divido con i miei fratelli, il nostro ululato ora diventa assordante, calano le tenebre; la luna, pallida ma abbagliante allo stesso tempo, mi guarda, ci guarda.
14
Respiro profondo, sento di averne bisogno. L’acqua fresca che scivola sul volto prima di entrare in gola regala un istante di puro piacere. Il panorama che si gode adesso vale molto di più della fatica fatta per raggiungere la cima. Il Forte Diamante.
Ci abbracciamo. Sorrisi. Veri.
Emozioni. Ancora.
Forse quel filo c’era davvero.
Mentre chiudo gli occhi esausto prima di addormentarmi mi sembra di sentire un suono in lontananza …
La luce della luna filtra dalle persiane.
Auuuuuuuuuu …
Sorrido.
Fede













domenica 1 giugno 2014

VerticaVerezzi 2014


















Ne valeva la pena. Giornata splendida, giusta per godere profondamente di ciò che si stava facendo, passi che si inseguivano, dapprima leggeri, poi sempre più pesanti fino a diventare piombo, cuore che martellava un assolo di rullante, respiro che si confondeva con l'atmosfera di gioia e fatica. Chiudi gli occhi e ascolta. Quello il mantra che si ripeteva incessante. Ho ascoltato. E ho visto.
Ho visto il cielo diventare rosso fuoco, la passione incendiarmi il petto, il dolore come campanello che suonava ogni volta che superavo la linea, sono diventato un calabrone ronzante e allo stesso tempo il fiore che l'accoglieva tra i suoi petali, sono stato pietra e piuma, notte e giorno, fino ad arrivare al punto più lontano e più intimo di me. E stavo bene. Una corsa interiore, fiero di averla fatta con: Marina Toscani, Cristina Oliveri, Matilde Pollero, Elisabetta Tipoli, Gianni Pandoro, Pietro Saccone, Matteo Riccio, Alessandro Cerreto, Manuela Zunino... bravi ragazzi. Buone emozioni a tutti...
Presto altre foto ;-)