Dedico questa storia a tutti i ragazzi di Stile Libero, di Run&Motion e NSWCT, perchè la fantasia permei sempre la loro vita, perchè la voglia di credere non li abbandoni mai, perchè vi voglio bene.
Spero abbiate la pazienza di leggere tutto, di immaginare tutto, di essere anche voi, davanti al fuoco ad ascoltare.
Io l'ho fatto...
Il buio aveva già vestito la sera, il vecchio sedeva
pigramente davanti al fuoco del camino, lo sguardo, malinconico, ma ancora
fiero fissava l’ipnotica danza delle fiamme che, in un vorticare scoppiettante,
illuminavano le cicatrici del suo volto, solchi profondi del corpo, dell’anima.
“Nonno, Nonno… mi racconti una storia? Mi racconti una
storia delle tue battaglie? Delle battaglie del Mondo di Prima?”.
La voce squillante del bambino era una musica per le sue
orecchie, il suo sorriso era luce per i suoi occhi.
Il corpo, ancora incredibilmente energico, si mosse con
rapidità felina per abbracciare il nipote e depositarlo dolcemente sulle sue
poderose gambe.
“Lo sai che la curiosità è una grande dote?” Cantilenò il
vecchio. “Bisogna studiare, informarsi, sapere del passato per vivere il
presente e comprendere il domani… e qualche volta ascoltare le storie di questo
vecchio nonno stanco. Qualche volta, ma non questa sera”.
“Eh dai, nonno!!!!”. Il volto del nipote simulava un broncio
divertito, mentre i suoi occhi rivelavano tutta l’enorme vitalità e allegria
che faticava a contenere. “Dai!!! Solo una, ti prego, ti prego, ti
pregoooo!!!!!”.
Musica per le orecchie. Orecchie che avevano sentito urla
strazianti.
Luce per gli occhi. Occhi che avevano visto dolore e
terrore.
La mano del nipote afferrò quella del nonno. La stessa mano
che aveva colpito, strappato, lacerato.
“E va bene. Solo una e poi dritto a letto!! D’accordo?”
“Promesso nonno!!!”
Inutile provare a resistere. La risata del nonno diede il
via al racconto che spero abbiate voglia di ascoltare…
“Esisteva un mondo. Ora lo chiamiamo – Il Mondo di Prima –
tali e tante sono le differenze con quello che stiamo vivendo. Da quando Gli
Ingannatori dominano, tutto è nero, tutto è senza colore, resistono solo le risate
di voi bambini e le battaglie di noi vecchi, di noi nostalgici di quando tutto
era vivo, di quando tutto era luce, di quando tutto era sincero.
Non ci crederai, ma nel Mondo di Prima si poteva giocare e
correre tutti insieme, adesso lo sai, solo Gli Ingannatori e i loro affiliati
possono farlo, si sono arrogati il diritto di essere i dominatori, gli unici
che per, a loro detta, benedizione divina, sono in grado di correre e giocare,
possono correre e giocare”.
“Davvero nonno? Se io lo avessi desiderato potevo andare a
correre e divertirmi con altri bambini come me?”. Lo stranito stupore del
bambino quasi commosse il vecchio.
“Certo, ma non solo! Si creavano dei gruppi, ci si aiutava e
consigliava l’un l’altro, i più esperti seguivano quelli meno, condividevano le
stesse emozioni e gioivano tutti insieme dei piccoli successi o dei piccoli
progressi. C’erano dei luoghi appositamente pensati per poter condividere parte
di questo scambio di emozioni che noi chiamavamo un po’ pomposamente –
Allenamento – erano luoghi dove si poteva avere un proprio Stile, dove regnava
la Libertà. Ma non è tutto…”.
Il vecchio sospira, le mani si stringono fino a far
sbiancare le nocche, mentre il bambino, con i suoi occhioni grandi, senza
proferire parola, aspetta rapito il proseguo della narrazione.
“Spesso i gruppi di allenamento erano talmente coesi che si
formavano vere e proprie squadre”. “Nonno, nonno”, interruzione improvvisa del
nipote “Squadre come quelle che adesso vanno in giro a combattere gli
Ingannatori? Come la vostra squadra di combattenti nonno? Anche io da grande
voglio combattere gli Ingannatori!!” e mima, con una certa grazia, le movenze
del pugile.
“Dai, stai bravo e ascolta. Si, in un certo senso le squadre
erano proprio così, come la nostra di adesso. Persone che si rispettano e
condividono un’idea, un ideale e si impegnano per raggiungerlo e lottano
sostenendosi a vicenda. Vedi, ora noi combattiamo gli Ingannatori per avere la
libertà, per tornare alla luce, al colore, mentre prima il nostro obiettivo era
quello di diffondere la cultura del benessere, del movimento come piacere, del
rispetto reciproco, del vivere un’esistenza sana, del competere per migliorare
se stessi come persone e non per annichilire un avversario. A volte si correva
tutti insieme, a volte da soli, ma l’anima della squadra era sempre con tutti,
almeno con tutti quelli che credevano in essa e condividevano i suoi principi.
La nostra squadra era bellissima, si chiamava – CorsaEmozioneMovimento – era
coloratissima, era piena di vita, era invidiata da tutti.
Le nostre giornate scorrevano spensierate, i nostri cuori
palpitavano di emozione ogni volta che indossavamo le scarpette” “Wow” il
bambino non riesce a trattenere l’eccitazione, non riesce a credere alle parole
del nonno. “Ci spostavamo in tutto il paese per partecipare a manifestazioni
con altre squadre, organizzavamo eventi, c’era la possibilità di fotografare le
nostre imprese e condividerle con tutti. Il Mondo di Prima aveva un sacco di
difetti, ma noi e molte altre persone come noi, eravamo riusciti a ritagliarci
una piccola fetta di armonia, le mani si stringevano, gli occhi si scrutavano e
spesso non c’era bisogno di parole. Pensa che il gruppo di combattenti che
lotta con me oggi è formato in gran parte dai ragazzi e dalle ragazze di quella
squadra. Da quelli che sono rimasti, da quelli che credevano e che credono
ancora”.
“Nonno è bellissimo, e poi?”
“E poi arrivarono gli Ingannatori. Subdoli, meschini, si
infiltravano ovunque con la loro melliflua retorica, mesmeristi ipnotizzatori,
vili bugiardi. Ci ingannarono tutti. Ci volle tempo, la loro opera, pianificata
in ogni dettaglio, sconquassò il mondo che ci eravamo costruiti, sgretolandolo
dall’interno. La colpa fu nostra. Cascammo nella rete come pesci in trappola.
Non fummo in grado di arginare quell’onda di nero che, come un’anaconda, andò a
stritolarci, fino a prendere il potere e annullare, anzi, cercare di annullare
ciò in cui credevamo. Gli Ingannatori ci proibirono del piacere del correre,
solo loro potevano farlo, solo una categoria di eletti appartenenti ad una
razza autodefinitasi superiore; incominciarono a cancellare tutto il colore, a
rendere tutto uniforme, tutto disegnato sui loro gusti. Si poteva comprare solo
in un negozio, si doveva vestire tutti la stessa marca, tutti le stesse cose.
Chi pensava fuori dal coro veniva ghettizzato e deriso inizialmente, fino a
vere e proprie torture fisiche. Alcuni di noi provarono a ribellarsi in
clandestinità, dapprima in maniera non organizzata, ma poi sempre più uniti.
Intanto il mondo veniva poco per volta soggiogato dagli Ingannatori, che
proibirono ogni forma di movimento fisico a carattere ludico. Ecco perché oggi
viviamo qui, nascosti. Perché noi siamo i Ribelli, perché noi Combattiamo
questo stato di cose, perché noi lottiamo per avere il Mondo di Prima”.
“E il vostro urlo di battaglia è Simply Believe!!!, Vero
nonno?”. “Si cucciolo mio. E’ sempre quello. Ci rivediamo come ai vecchi tempi,
facciamo il nostro – Allenamento – insieme, sai ci piace ancora chiamarlo così,
ci divertiamo ancora e ancora oggi crediamo in ciò che avevamo costruito. Tutti
insieme. Il piacere di correre, di condividere, di diffondere, rimanendo sempre
dalla parte del più debole, dalla parte di chi ha più bisogno. Sai, non
vogliamo essere, non abbiamo mai voluto essere la squadra di riferimento,
quella dei campioni, lo abbiamo sempre sottolineato e ribadito con forza.
Vogliamo essere, volevamo essere, anche nel Mondo di Prima, un riferimento per
chi ha bisogno di una guida per trovare una propria strada. E combattiamo
ancora per questo”.
Il nipote sembra sotto l’incantesimo delle parole del nonno;
lo guarda con occhi profondi e colmi d’orgoglio, quando con un sussurro carico
di commozione “Nonno, voi non smetterete mai di combattere, vero? Voi
continuerete a credere, vero?”
“Certo cucciolo. Noi siamo questo, lo siamo sempre stati e
continueremo a lottare. Abbiamo forgiato il nostro spirito d’amicizia ed unione
nel Mondo di Prima e ora, dove l’oscurità degli Inganni permea la nostra
esistenza, siamo più pronti che mai a combattere, finché avremo gambe, finché
avremo braccia, finché avremo cuore”.
Il nonno si alza, muove il collo e le spalle con gesti
carichi di esperienza, respira profondo e guarda il nipote con dolcezza. “Ora
vado. Lo sai. Questa sera la battaglia mi aspetta. Devi promettermi una cosa.
Quando io, quando noi non ci saremo più tu dovrai prendere il nostro posto. Ci
saranno altri con te. Dovrete prendere il nostro posto, dovrete combattere
perché il colore ritorni, dovrete lottare contro gli Ingannatori e ritrovare la
vostra libertà, con il cuore puro, con il sorriso sulle labbra, fieri di ciò
che fate. In molti vi ostacoleranno, altri vi ammireranno, altri ancora
proveranno ad ingannarvi. Voi proseguite per la vostra strada, perché è quella
giusta, quella della correttezza e della possibilità di essere se stessi.
Sempre dalla parte dei più deboli, di chi ha più bisogno. Simply Believe
figliolo”.
“Te lo prometto nonno. Con tutte le mie forze!!”
E mentre il nonno si incammina per scontrarsi con i suoi
demoni, il nipote guardandosi le mani nude sussurra…
“Simply Believe. Nonno.”
Federico Saccani
“… e di vero valor tante e si altere prove in finta
battaglia indi mostrarse, che sembran finte al paragon le vere…”
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