In passato ho corso tanto. Veramente tanto. Correvo tutti i giorni, spesso all'alba, prima degli esami all'università, prima di andare a lavorare, nella pausa del lavoro. Ho corso proprio un sacco. E andavo forte. Più forte di adesso. Mai fatto gare nel mio periodo migliore (il 2006). Ma nemmeno prima, solo una mezza nella primavera del 2005, avevo appena cominciato a correre.
Poi è successo che mi sono fatto male. Pensavo che a me non potesse capitare, mi consideravo virtualmente indistruttibile. Correvo e poi il lavoro in palestra, spinning, fit boxe, pump, una macchina da allenamento cardio. Invece... mi ricordo ancora, era un giorno di novembre 2006, era ancora buio, aveva appena piovuto, la strada per Calice. Un qualcosa si è inceppato nella pianta del piede. Ecografia, risonanza magnetica, ma in fondo nessuno ci capiva un gran che. E allora ho fatto un po' di agopuntura, molto riposo dalla corsa (ho dovuto interrompere a marzo una stagione lavorativa...) ed il male è passato.
Non ho ripreso a correre subito, ho nuotato, ho pedalato, ma fino a maggio 2007 di corsa non ne parlavo nemmeno.
Poi ho ricominciato. Un po' di corsa e bici d'estate, e poi la nuova avventura in palestra, ad ottobre 2007 apro Stile Libero. Lavoro in palestra (spinning, fit boxe, pump...) e ogni tanto una corsa. Mi sono rifatto male. Il giorno di Pasqua, 23 marzo 2008. Un male incredibile all'anca. Porca miseria. Di nuovo fermo. Fortunatamente il dolore non mi condizionava nel lavoro, ma bastava un piccolo scatto di pochi metri che l'anca mi faceva male da impazzire.
Riprendo con molta calma a correre verso la fine dell'estate 2008 (diciamo i primi di agosto). Un paio di volte a week (palestra chiusa), che ai primi di settembre diventano 3 volte.
Quasi per gioco, con Marina, si parla di vacanze, e spunta un'idea. Firenze. Fine di novembre 2008. MARATONA più tre giorni di vacanza.
Non so cosa è scattato. Mi sono iscritto. Numero 8225. Non lo dimenticherò più.
Mi alleno, ma con un pensiero solo, quello di non farmi male. Quindi corsa senza esagerare, e tanto lavoro mentale.
Verso fine settembre partecipo a una gara a Loano, il Giro delle Mura, campionato regionale sui 10 k. Corro così, tanto per vedere come sto. Direi bene. Senza nessun lavoro specifico corro in 40 minuti netti. Buono.
Così delineo piano piano il mio metodo di allenamento: due corse alla settimana, mai correre meno di un'ora, mai più di un'ora e mezza. E' chiaro che faccio anche altro, il solito spinning, pump, fit boxe...
Novembre si avvicina.
Il 30 ottobre ci saluta il nonno Angelo. Correrò anche per lui, che nella vita ha sempre corso tanto.
Il primo di novembre faccio il mio primo e ultimo lungo, se così posso chiamarlo. 25 chilometri. 1 h 45 minuti circa.
A fine novembre (il 30) in una giornata terrificante (pioggia, vento, freddo) partecipo, a Firenze, alla mia prima maratona. Complice il numero di partenza, inizio molto piano, faccio la mia corsa con calma, butto li anche alcuni chilometri tirati, e con i brividi a fior di pelle finisco in 3 h 23'.
Il primo commento quando abbraccio Marina e Paride: Prima e ultima maratona.
Invece no. Dopo pochi giorni, la nostalgia di quelle emozioni mi chiama all'appello. Una rapida occhiata al calendario ed ecco la scelta: 22 marzo 2009. Maratona di Roma. Numero 3283. Indimenticabile.
La preparazione (se così possiamo chiamarla) prosegue come per la precedente. Due corse alla settimana. Rispetto a Firenze ho cambiato scarpe, ma per il resto poche differenze.
Non faccio lunghi. Piazzo solo una botta di 22 chilometri, ma un paio di volte macino tre uscite alla settimana.
Il problema si pone ai primi di marzo. La stagione lavorativa è stata lunga e impegnativa. Sono stanco. Confesserò, nell'intimità della camera di albergo, a Marina, che sono stato sul punto di rinunciare (il fatto di aver già pagato ha avuto il suo peso...).
Renzo, Mirella e Diego, con la loro presenza (Renzo correrà la maratona nonostante un fastidio alla gamba...eroico) mi infondono coraggio. Ci siamo.
Senza nemmeno rendermene conto, mi trovo alla partenza di questa nuova avventura. Bellissima giornata, anche se un po' fredda (io come al solito mi vesto troppo pesante.... che sudata). Marina e Paride corrono la non competitiva di 4 chilometri. Sono troppo contento.
Quanta gente. E' proprio vero, Roma regala brividi incredibili.
Si parte. La poca preparazione si fa sentire da subito. Al decimo chilometro ho già male alle gambe. Non demordo. Con una leggera flessione nel finale chiudo in 3h 15.
Arrivo in lacrime, ho dato veramente tutto, tutte le energie emotive hanno supportato le energie fisiche mancanti. E' stata una Maratona di cuore...
Il primo commento fatto all'arrivo? Non ne correrò mai più....
Ho già cominciato a guardare il calendario...
Qualcuno la chiama irrequietezza, qualcuno "non accontentarsi mai"...secondo me la voglia di superarsi ogni volta è uno stimolo fortissimo a dare il meglio di sè, non solo nelle maratone! Buona corsa!
RispondiEliminaIn palestra ora c'è questa frase: Immagino la vita come una grande corsa a tappe. Ogni traguardo raggiunto è il punto di partenza per una nuova sfida... Per non smettere mai di sognare.
RispondiEliminaTouchez..! Senza parole...davvero. E un profondo affetto. Ci sorge spontanea una riflessione su Run&Motion...non potevi scegliere diversamente. Tu sei Emozione.
RispondiEliminaA proposito di frasi... Sono passati ormai diversi anni da quando una persona a me molto cara, mi ha detto una frase che non ho mai scordato che diceva così: - Al mondo esistono sostanzialmente due categorie di persone "quelle che vivono" e "quelle che vivono guardando..." - E proprio per questa seconda categoria, le frasi che hai scelto di volta in volta per la palestra si sono rivelate per tanti di noi certe volte momenti di riflessione, molte volte momenti di insegnamento. Non me ne sono persa una. A quest'ultima frase poi, sono particolarmente legata..
RispondiElimina"per me esiste solo il cammino lungo sentieri che hanno un cuore, lungo qualsiasi sentiero che abbia un cuore. Lungo questo io cammino, e la sola prova che vale è attraversarlo in tutta la sua lunghezza. E qua io cammino guardando, guardando senza fiato".
RispondiEliminaDon Juan Matus