Persone. Persone che si incontrano, si sfiorano, si
guardano, si abbracciano. Contatti che lasciano un ricordo, un segno,
un’emozione, indifferenza. In 365 giorni, perché in fondo un anno è
semplicemente questo, una successione ciclica e ripetitive di giornate, che
convenzionalmente sono racchiuse in un arco temporale definito; in 365 giorni,
dicevo, chissà quante persone si incrociano e vivono una o più o anche diverse,
delle situazioni elencate prima. Chissà. Persone che hanno la tendenza ad
attribuire alla giornata di oggi, primo giorno di questo anno, un potere quasi
mistico, recitando inconsapevolmente quel mantra incalzante e ipnotizzante, che
quasi ci si crede: “speriamo che quest’anno sia meglio di quello appena
concluso”. Avanti a snocciolare scongiuri, ad augurarsi l’un l’altro che
qualcosa discenda dal cielo o risalga dalla terra facendo in modo di modificare
il corso degli eventi così che siano “migliori”, “più belli”, qualcuno si
spinge fino ad un azzardato “più fortunati”, capisco, forse è umano pensare
così; forse no.
Lasciamo stare. Lascio stare, quantomeno. Credo che i
presupposti perché questo “nuovo anno” (che poi è sempre la stessa cosa, una
successione di giornate, quindi l’aggettivo “nuovo”, mi sembra fuori luogo,
preferisco dire l’anno che comincia o che “ricomincia”) possa portare a
qualcosa di buono, almeno a livello personale, parta solo da noi stessi; ho
fatto un augurio ieri sera, una frase, una citazione del Mahatma Ghandi che mi
sembrava all’uopo per “festeggiare” l’evento: “siate voi stessi il cambiamento
che volete vedere nel mondo”. Esatto. Continuate a sognare, continuate a
credere, che è fantastico, indispensabile, ci tiene a galla e ci rende vivi e
liberi, ma agite. Agite. Qualsiasi cambiamento parte dal basso, dal singolo, per
poi diventare moltitudine, per poi tornare al singolo. Affrontate le sfide che
vi si presentano con coraggio e passione, impegnatevi in quello che ritenete
importante, studiate, leggete, correte, faticate, amate, combattete, ridete,
piangete… tutto quello che vi passa per la testa, ma mettete voi stessi, la
vostra firma in tutto ciò che fate. Solo così, tra 365 giorni sarete
soddisfatti, solo così tra 365 giorni potrete affacciarvi all’anno che
ricomincia con le aspettative giuste, aspettative verso voi stessi, non verso
un qualcosa di “ultraterreno” o di miracoloso che deve succedere solo perché è
finito un ciclo della vostra vita. Non perdete più occasioni, non aspettatevi
regali, ma provate ad andarveli a prendere. Questo è il mio più grande augurio.
Augurio che è rivolto a quanti avranno la pazienza di leggermi, ma è rivolto
anche a me stesso, è chiaro. Qualunque sia la strada, tortuosa, difficile, a
volte incomprensibile, essa conduce alla meta. Però bisogna percorrerla,
possibilmente in maniera pulita, istintiva, col cuore come dice Castaneda (“Per
me c'è solo il viaggio su strade che hanno un cuore, qualsiasi strada abbia un
cuore. Là io viaggio, e l'unica sfida che valga è attraversarla in tutta la sua
lunghezza. Là io viaggio guardando, guardando, senza fiato” – Gli Insegnamenti
di Don Juan), con i vostri sogni, sia quelli che si realizzeranno sia quelli
che rimarranno solo dentro di voi, di noi, ma che ci terranno vivi ed in grado
di continuare a percorrere quella stessa strada. E sarà un piacere farlo.
Tutte le persone che ho incontrato in questo 2012 sono
rimaste dentro di me, alcune sono un ricordo, più o meno piacevole, altre sono
solo un viso od uno sguardo, o una parola, altre sono indifferenza, molte sono
emozione.
Alcune persone sono entrate prepotentemente nella mia vita e
non potrei più farne senza, questo in un senso molto personale della questione,
ma sono nel mio cuore, nei miei pensieri, nelle mie buone intenzioni e anche se
le nostre strade dovessero portarci lontano la nostra unione ci terrà sempre
molto vicini, terribilmente vicini, meravigliosamente vicini; altre sono state
sorrisi ed abbracci, pacche sulle spalle e strette di mano, discorsi e
discussioni, comunque emozioni che mi accompagneranno per la vita che verrà. Ho
perso amici che credevo veri, e ne ho trovati di nuovi, che forse veri
diventeranno; ho intrapreso una strada oscura, atta al mio miglioramento e ho
trovato persone in grado di illuminarla, persone con le quali magari ho poco in
comune, vuoi per età, stili di vita, interessi, ecc…, ma che “abbraccio”
volentieri (nel senso profondo del termine), con i quali condivido l’onore e
l’onere di studiare insieme; ho trovato passione in sguardi che credevo vacui,
e sentimento in sentieri che pensavo aridi, ho messo le fondamenta perché
questo ciclo di vita sia robusto, solido, ho respirato, a pieni polmoni, ho
urlato a squarciagola.
Il resto spetta solo a me. Il resto spetta solo a noi.
Lo voglio immaginare come un viaggio, ma forse lo è sul
serio. Un viaggio dove porto con me quanto di buono incontrato, imparato e
interiorizzato nei viaggi precedenti, ma anche tutto ciò che di buono non c’è
stato, perché tutto mi ha reso più forte, forse migliore. Voglio portare via
con me tutti voi, e siccome mi è stato detto che ogni viaggio ha una sua
colonna sonora, beh, la nostra è questa http://www.youtube.com/watch?v=3gFicKnfCpI
, spero che abbiate voglia di seguirmi, ognuno con le sue particolarità, con il
suo modo di essere, ma tutti con la stessa voglia di sognare, sognare un mondo
migliore, non imposto, ma costruito. Costruito da noi.
Porto in questo viaggio tutti i grazie che ho detto e che ho
ricevuto, gratitudine sincera, sentimento positivo per il quale lottare,
credere, sognare, costruire. Con amore, con energia, con voglia di vivere.
Sono pronto a partire… vi aspetto… Respiro…
Federico Saccani
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