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domenica 8 novembre 2009
Una recensione
Vorrei parlare di un libro. Di un bel libro che, a mio modestissimo parere, non dovrebbe mai mancare nella biblioteca di un "vero" runner.
E' un volume del 2005, edito in Italia da Piemme (prima edizione 2006), dal titolo "ULTRAMARATHON MAN confessioni di un corridore estremo". L'autore è Dean Karnazes, runner statunitense (dalle percepibili origine greche), ultramaratoneta leggendario e uomo di punta del team "The North Face".
Non vorrei soffermarmi troppo sull'autore e sulle sue imprese visto che è facilmente rintracciabile su www.ultramarathonman.com e comunque sul libro è dato ampio risalto al suo passato e presente sportivo, ma vorrei, più che altro, cercare di raccontare il viaggio che Karnazes spiega attraverso le pagine, perchè penso che, con le dovute proporzioni, sia simile a quello che tutti i runner compiono ogni volta che mettono le scarpette per uscire a correre.
In fondo, da un punto di vista strettamente "letterario", il libro è piuttosto scontato, l'autore racconta (forse anche romanzandoci un po' sopra) la sua storia, come è arrivato alla corsa, le sue imprese (che sono veramente mirabili e degne di ammirazione e rispetto), la fatica ed i sacrifici per raggiungere traguardi impossibili anche solo per il pensiero dell' "uomo comune", la cronaca di una competizione massacrante (la Western States Endurance Run, 100 miglia, cioè 160 km da compiere possibilmente in 24 ore, attraverso i canyon e le montagne della Sierra Nevada, in California) e di altre mirabolanti avventure podistiche, la sua alimentazione e i suoi metodi di allenamento, tutta cioè roba già più o meno vista in altri testi, ma, quello che rende diverso, unico questo libro, è ciò che si vede tra le righe, l'emozione che si prova correndo è palpabile nel racconto dell'autore, quel piccolo brivido che ogni runner sperimenta quando affronta una corsa (che sia di 5 o di 50 km) emerge in ogni pagina, in ogni singola parola, è difficile spiegare a chi non ha mai corso, ma è come se al posto dell'inchiostro siano stati usati sudore, fatica, sbuffate, sorrisi, crampi, lacrime... corsa. Ecco, quello che questo libro ha di diverso è che è corsa vera. Ci si emoziona, ci si gasa, si sente male alle gambe quando si sfogliano le pagine, è vero quanto riportato da una rivista statunitense "il racconto di una bruciante passione". E' così. Perchè il running fatto con il cuore (più che con le tabelle ed il cronometro) brucia sul serio, e perchè in fondo ognuno di noi è un corridore estremo, non bisogna macinare centinaia di chilometri con le gambe per essere tali, bisogna viverli con il cuore, con l'anima, e ogni volta che infiliamo le scarpe e magari fuori fa freddo, o piove o uno dei miliardi di problemi che abbiamo quotidianamente ci sembra più insormontabile del solito, beh in quel momento anche noi siamo "ULTRAMARATHON MAN".
Ho letto questo libro quando è uscito tutto di un fiato, quasi come una 10 km, mentre adesso, lo assaporo lentamente, come una maratona, leggiucchiando qualche paginetta ogni tanto e respirandolo fino in fondo.
Mi è piaciuto molto.
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Non ce lo perderemo. Anche tu, però, che parole hai usato parlando del libro?!?! ... sei Unico.
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