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mercoledì 6 gennaio 2010
Diabete e attività fisica: decima parte - il diabetico di tipo due e l'esercizio
In questi pazienti, ogni singola seduta di allenamento fisico abbassa la glicemia per l'aumento del consumo, da parte dei muscoli, di glucosio e, le sedute successive, protratte nel tempo (allenamento vero e proprio) riducono la resistenza insulinica attraverso una maggiore espressione sulla superficie cellulare di trasportatori di glucosio (GLUT 4). Ciò innesca un circolo virtuoso poichè riduce a cascata l'iperinsulinemia, la tendenza a depositare grasso a livello addominale con miglioramento del rapporto vita - fianchi, la produzione epatica di glucosio con ulteriore miglioramento della glicemia, specie a digiuno. Per tutti questi motivi, un esercizio fisico, anche moderato, è da considerarsi una terapia in grado di modificare positivamente il meccanismo patogenetico della malattia. Esistono numerosi studi (Oslo diet and exercise study, per esempio), che hanno dimostrato che l'esercizio regolare migliora la tolleranza al glucosio in più del 50% dei soggetti, oppure che l'esercizio migliorava i parametri ematici, anche in pazienti dove era stato ridotto il dosaggio di ipoglicemizzanti orali (studio effettuato in Campania).
Gli orientamenti attuali consentono di ritenere che, più che dalla intensità e dalla durata, gli effetti metabolici sono ottenuti dalla ripetitività (almeno 5 volte alla settimana) di un esercizio aerobico leggero (circa 60% del VO2 max, cioè circa 70% di HR max) che duri almeno 30'. Tradotto in termini pratici significa che, una camminata di mezz'ora al giorno, metabolicamente parlando, ha una valenza di grande rilievo.
Questo tipo di attività è eseguibile da un gran numero di pazienti NIDDM.
Vorrei segnalare a riguardo anche uno studio su oltre 70000 infermiere americane durato 5 anni, che ha dimostrato che, quelle abituate a regolari passeggiate avevano un rischio relativo di diabete ridotto del 50% rispetto alle sedentarie. Se la camminata era a passo svelto (circa 5 km/h), il rischio era ridotto di un ulteriore 20% rispetto alle sedentarie.
Per quel che riguarda più da vicino il diabetico in palestra, l'allenamento può seguire le linee base trattate in precedenza, quindi 30' iniziali di cardiofitness (bike, tappeto...) monitorati con il cardiofrequenzimetro (almeno per il primo periodo) ideali per attivare gli adattamenti fisiologici mirati al benessere del soggetto diabetico. L'obiettivo è guidare il soggetto lungo un percorso rieducativo, facendo in modo che l'attività motoria possa diventare un punto cardine per il miglioramento della qualità della vita, sia dal punto di vista fisico, che psico - sociale.
Dopo questa prima parte "condizionante", possiamo passare (valutando di caso in caso) agli esercizi di muscolazione generale. Ivy (1987) ha dimostrato che la contrazione muscolare ha un effetto simile a quello dell'insulina; la permeabilità della membrana al glucosio aumenta con la contrazione muscolare. Uno studio condotto in Australia, per 6 mesi, su 36 soggetti di età matura (60 - 70 anni), ha rilevato che gli individui che avevano seguito un programma di potenziamento muscolare e una dieta salutare miglioravano il loro profilo glicemico in maniera tre volte superiore rispetto al gruppo che aveva seguito solo la dieta. I soggetti del gruppo "dieta + allenamento", avevano, inoltre, perso anche una moderata quantità di grasso corporeo ed incrementato il trofismo muscolare. Il dott. Dunstan, responsabile della ricerca, ha evidenziato come i muscoli siano i principali luoghi di rimozione dello zucchero ematico e, di conseguenza, come sia importante allenarli.
Quindi, in sintesi, una seduta tipo di allenamento rivolta ad un diabetico di tipo 2 darà una grande importanza alla fase aerobica, per migliorare la resistenza organica ed innescare i meccanismi metabolici che favoriscono il regresso della patologia, inserendo, per le persone anziane, esercizi di muscolazione con piccoli pesi o a carico naturale, mentre per i più giovani, se la risposta pressoria è buona, è possibile utilizzare sovraccarichi e macchinari idonei a costruire una buona tonicità muscolare, lavorando soprattutto sui grandi gruppi muscolari con 2/3 serie da 12 - 15 ripetizioni per esercizio, avendo l'accortezza di non inserire più di 4 esercizi per seduta e evitando le contrazioni isometriche.
Prestare molta attenzione nelle attività anaerobiche pure ed in quelle aerobiche estensive (alta intensità e lunga durata), perchè ad elevato rischio ipoglicemico.
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